GABRIELE MIGNARDI
Cronaca

Mietitura al via, ma la grandine ha fatto danni

La settimana scorsa, colpiti albicocchi, campi di foraggio e di grano. Venturi (Confagricoltura): "E le polizze sono ancora troppo costose"

A sinistra un campo di grano: nei giorni scorsi la grandine si è abbattuta su diverse zone del territorio

A sinistra un campo di grano: nei giorni scorsi la grandine si è abbattuta su diverse zone del territorio

Mietitrebbie in strada e code ai mulini per la consegna del grano. È iniziata da pochi giorni la mietitura del grano nelle zone di pianura e pedecollina. Una stagione segnata dalla tempesta di grandine e vento che all’inizio della settimana scorsa si è abbattuta a macchia di leopardo nell’area metropolitana di Bologna, con fenomeni intensi modo nella zona della Valsamoggia, dove ha causato danni alle colture frutticole e cerealicole della zona, in parte già provate da un’annata climatica complessa.

In particolare sono stati colpiti peschi, albicocchi, campi di foraggio e anche i campi di grano, con perdite di raccolto diversificate a seconda delle zone. Il bel tempo che ne è seguito con le alte temperature di questi giorni ha permesso l’avvio di una campagna cerealicola che promette comunque una buona qualità del prodotto nonostante le quotazioni iniziali che non garantiscono la copertura dei costi di produzione.

"Il disagio degli agricoltori è stato accentuato anche dalle difficoltà assicurative, che ancora oggi mostrano limiti importanti nel garantire una reale copertura ai produttori – dice il presidente di Confagricoltura Bologna Davide Venturi – Non possiamo più parlare di eventi eccezionali: la frequenza e l’intensità dei fenomeni atmosferici estremi come grandinate, bombe d’acqua, gelate fuori stagione, impongono una riflessione e una risposta strutturale da parte delle Istituzioni e dell’intero sistema assicurativo, che ha polizze spesso troppo costose". Il problema riguarda il grano che non può giovarsi di difese attive come le reti antigrandine, che, per ragioni evidenti, non possono essere distese sui campi di grano o di foraggio. La grandine della settimana scorsa ha colpito alcune zone della Valsamoggia, come Calcara, dove Guglielmo Garagnani segnala danni sul 15-20% di un raccolto già gravato da prezzi sul mercato che non permettono di coprire i costi di produzione.

"Dopo due anni da dimenticare ci troviamo di fronte ad un prodotto di buona qualità e quantità. Ma ci domandiamo se ne valga ancora la pena perchè il grano italiano oggi ha un prezzo bassissimo, che porta la coltura profondamente in perdita", afferma l’ex presidente dalla sede aziendale familiare di Cà Selvatica dove è appena iniziata la mietitura. Le uniche speranze per arrivare a un reddito che possa almeno coprire i costi, stanno nella valorizzazione del grano emiliano e in un sistema assicurativo che, secondo il presidente Venturi, deve essere profondamente rivisto: "Le polizze sono spesso troppo costose, con franchigie elevate e risarcimenti che arrivano tardi o che non coprono realmente il danno subito".

Gabriele Mignardi