
"Senza accoglienza non c’è futuro. Per i migranti l’accoglienza è vita". Il cardinale e presidente della Cei Matteo Zuppi, in riferimento all’arrivo di altri tredici migranti dall’Etiopia in città, ricorda l’importanza "dei corridoi umanitari", perché consentono di fare ‘il matching’, l’incrocio, tra le competenze dei migranti in arrivo in Italia e la domanda dei potenziali datori di lavoro. Da qui, ricorda come spesso coloro che fanno "corsi professionali trovino subito lavoro". Parole espresse nel corso dell’incontro-dialogo con il segretario generale Cisl Area metropolitana, Enrico Bassani, ‘Pacem in terris, Costituzione, lavoro’, spaziando dall’enciclica di Giovanni XXIII, la prossima ricorrenza del Primo maggio e l’attualità della nostra Carta. Passando ai migranti e alla necessità d’impegnarsi in prima persona per la pace.
E mentre la Regione che ieri ha riunito la cabina di regia con prefetti, comuni e province con il governatore Stefano Bonaccini parla di necessità di "accoglienza diffusa", l’arcivescovo di Bologna invita "a non ragionare sempre con la paura. Con la paura non si costruisce il futuro" mentre invece "guardare al futuro ci libera da tante paure, spesso ingiustificate".
Nel ricordare l’importanza dei migranti, insiste sul tema della mancata manodopera per le aziende: "Confindustria e Coldiretti ne hanno bisogno", quindi si faccia ’matching’, "conviene a tutti". Per rafforzare il concetto, "ma senza intenti polemici", Zuppi fa proprio riferimento all’enciclica ’Pacem in terris’ (che ha compito 60 anni) leggendo un passo saliente: "Ogni essere umano ha il diritto alla libertà di movimento e di dimora nell’interno della comunità politica di cui è cittadino, ma anche in altre comunità politiche e di stabilirsi in esse. Ricordando che apparteniamo tutti alla stessa comunità mondiale". D’accordo anche Bassani: "Il quadro che emerge è che c’è necessità di manodopera, e il nostro territorio non ha le risposte per completare la richiesta".
Non manca, poi, un riferimento alla Costituzione e ai suoi 75 anni: "Non è il Vangelo, ma solo vivendo quella tensione e capacità di lavoro comune che avevano i costituenti, la puoi cambiare. Se c’è chi proverà a cambiare la Carta solo per opportunismo, mi auguro che anche in futuro vada a sbattere come già è successo in passato", dice Zuppi. E conclude, con ironia: "Solo con lo spirito della Costituente credo che questa distinta signora, con molta delicatezza, si farà mettere le mani addosso".
Giovanni Di Caprio