Mihajlovic: "Ho chiamato Gianni, sta meglio"

La telefonata a Morandi raccontata da Sinisa alla conferenza stampa pre-partita Bologna-Samp. I due sono amici da molto tempo

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di Massimo Vitali

"Gianni come stai?". "Tranquillo Sinisa, sto meglio". Tieni duro, avrà aggiunto Mihajlovic. Tengo duro più facilmente se mi fai il regalo di battere la Sampdoria, sarà la risposta del tifoso sfegatato rossoblù Morandi. La prima parte del dialogo è vera, la seconda verosimile: ma tra Sinisa Mihajlovic e Gianni Morandi le cose al telefono devono essere andate pressappoco così. Del resto due che si conoscono da una vita e che si sono trovati (Mihajlovic), o si stanno trovando (Morandi), ad affrontare una sfida complicatissima da un letto di ospedale per colpa di un tackle sporco del destino non potevano che affinare l’empatia. In nome dell’amicizia che li lega e, in questo caso, della fede rossoblù. L’allenatore del Bologna ha rivelato ieri in conferenza stampa la telefonata fatta all’amico Morandi, che all’ospedale Bufalini di Cesena da giorni sta lottando contro le gravi ustioni a braccia e gambe che il musicista si è procurato cadendo accidentalmente su un falò nel giardino di casa. Ricoverato da due giorni, è in condizioni stabili e, si fa sapere dal nosocomio, non sono in programma trattamenti chirurgici. Ieri poi davanti all’ospedale si è raccolta una piccola folla di suoi amici e sostenitori, per manifestargli solidarietà e affetto.

"Voglio fare gli auguri di pronta guarigione a Gianni", ha detto Sinisa nel sabato di vigilia della sfida con la Sampdoria: "L’ho chiamato sul cellulare in ospedale e mi ha detto che sta bene". Bene bene proprio no: ma si sa che Mihajlovic non ama le mezze misure. Del resto quando un anno e mezzo fa accadeva l’esatto contrario, ovvero quando toccò a Morandi rincuorare Sinisa e più di una volta andarlo a trovare nella sua stanza dell’Istituto Seragnoli dell’ospedale Sant’Orsola, il serbo lottava contro un mostro se possibile ancora più insidioso delle fiamme che hanno tradito il Gianni della canzone nazionale: la leucemia. I due si erano conosciuti già tredici anni fa, quando Mihajlovic affrontò la sua prima avventura sulla panchina rossoblù, ancorché durata solo pochi mesi. Poi hanno continuato a mantenere i rapporti, Sinisa nel suo girovagare da una panchina all’altra e Gianni nel suo sforzo, tra un concerto e l’altro, di dare una mano a un Bologna che, prima dell’avvento di Saputo, ha camminato a lungo sull’orlo di un burrone. Tra l’allenatore Mihajlovic e il socio rossoblù, nonché presidente onorario, Morandi, l’amicizia è stata un fiume carsico che non ha mai smesso di scorrere.

Fino a quando, nel luglio 2019, la partita di Sinisa è diventata, improvvisamente e drammaticamente, quella di salvaguardare il bene prezioso della vita, messa a repentaglio dalla leucemia. E’ lì che, nell’ora del bisogno, Gianni si è stretto ancora di più a Sinisa. Lui come Massimo Ferrero, presidente ‘naif’ ma verace di quella Sampdoria che oggi i rossoblù sfidano al Dall’Ara e che lo stesso Sinisa definisce "un amico vero".

E così un giorno può capitare che tre amici veri si incontrino in una stanza del Sant’Orsola. "Ero ricoverato, stavo malissimo e una mattina mi chiama Ferrero – raccontava ieri Mihajlovic –. Mi fa: ‘Dove sei?’. E io: ‘Dove vuoi che sia, sono in ospedale’. E lui: ‘Allora prendo un treno e arrivo’. Quel giorno anche Morandi mi aveva detto che avrebbe fatto un salto a trovarmi. E così mentre sono lì a chiacchierare con Gianni sento del casino fuori dalla porta, Gianni esce e vede Ferrero. Io mica sapevo che loro due si conoscevano dai tempi in cui Ferrero faceva l’autista e gli era capitato di portare in giro Morandi. A quel punto si sono messi a parlare e prendersi in giro come due vecchietti del Muppet Show. Io ero in ospedale, ma ho passato due ore bellissime".

Solo due mesi fa Morandi aveva fatto un salto a Casteldebole per salutare la squadra. E a pranzo era spuntata una chitarra. Menù fisso: cosa fa domenica il Bologna?

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