Militanti tra ira e dubbi: "Serve lealtà al partito"

"Una scelta come quella della Gualmini non può che fare male al partito". I consiglieri regionali Mumolo e Bulbi sulle barricate. Malumori nelle chat

Bandiere

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di Rosalba Carbutti

"Lealtà, lealtà". Un po’ è questo il refrain nelle chat di iscritti, militanti e circoli Pd all’indomani dell’annuncio di Elisabetta Gualmini di appoggiare Isabella Conti. Il fuoco dem parte dai consiglieri regionali del partito, con Antonio Mumolo, schierato fin da subito per Matteo Lepore, che scorre le chat a cui è iscritto: "Qui tutti si chiedono come sia possibile. La scelta della Gualmini fa male al Pd. E fa male, soprattutto al Pd di Bologna".

Parole che si rincorrono anche e soprattutto nelle chat degli zingarettiani, infuriati per le scelte di chi, nel Pd, ha deciso "di appoggiare la candidata renziana".

In Viale Aldo Moro anche Massimo Bulbi, esponente cesenate dei dem, tuona contro l’eurodeputata: "Vivere nella comunità di un partito vuole dire essere leali a quel partito. Chi ha avuto tanto dal Pd – ammonisce ancora Bulbi – non può voltargli le spalle quando quel partito decide una candidatura".

Parole di fuoco che diventano anche sui social un tam tam di rabbia e sconcerto. Tra i militanti che, tra l’altro nella consultazioni dei circoli avevano chiesto di trovare un nome unitario per non spaccare il partito, il clima è lo stesso. Mario Oliva, segretario del circolo della Bolognina, ammette che "molti nostri iscritti vogliono spiegazioni. Stiamo organizzando, per questo, incontri. Per parlarci, confrontarci. E mi piacerebbe che sia Lepore sia la Conti venissero qui, al circolo, per spiegare le loro proposte. Il malumore c’è. Ma anche una certa rabbia tra i volontari, spiazzati soprattutto dal ticket di Aitini con la Conti".

In tanti sono spiazzati, altri si chiedono che cosa sta succedendo, altri ancora chiedono di compattarsi di più sul candidato del Pd.

Molti tirano in ballo Renzi, chissà quali manovre nazionali che vedrebbero scenari futuri con Italia Viva e la corrente degli ex renziani di Base riformista, altri si chiedono se chi appoggia la Conti possa ancora stare dentro il partito.

E anche tra i sostenitori di Aitini (prima che si sfilasse dalla competizione delle primarie) pare che non tutti convergeranno sulla sindaca di San Lazzaro.

Dal consigliere regionale Stefano Caliandro al consigliere comunale Pd, Michele Campaniello, fino alla presidente del consiglio comunale Luisa Guidone.

Pure Alessandro Cerra, sostenitore dell’assessore alla Sicurezza, ammette che anche nel suo circolo, l’Imbeni-San Vitale, "la direzione dei i volontari è di restare ancorati al partito. Noi circoli siamo la base. Seguiamo la linea del segretario Enrico Letta: sostenere il candidato del Pd". Resta, però, una certa amarezza. Nel Pd spaccato ci sono amicizie che si mescolano a scelte politiche. E, sebbene rimanga il rispetto reciproco, le divisioni pesano. Fanno discutere. "Fanno stare male", dice qualcuno. Al circolo Murri, la segretaria Isabella Angiuli, racconta di un certo malumore nella base: "Del resto, la decisione della Gulamini, eletta capolista del Pd, di appoggiare la Conti, non può che essere vista male".

Spostandosi verso il Navile, la segretaria Ilaria Cassano, narra di un forte spaesamento, che prende il posto della rabbia. "I volontari e gli iscritti Pd non capiscono un partito che si divide in vista delle amministrative...".

Infine, un altro interrogativo: il tesseramento.

"Come faranno i dirigenti Pd che appoggiano la candidata di un altro partito, a chiedere ai militanti di rifare la tessera?", è la domanda che gira nelle chat. Ma è solo uno dei tanti dubbi di un partito spaccato.

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