GIANMARCO MARCHINI
Cronaca

Miro, il figlio di Sinisa: "Emozione fortissima. Mio papà da lassù ha aiutato il Bologna"

Miroslav, oggi allenatore degli Under 15 rossoblù, era all’Olimpico "Quando la curva ha intonato un coro per mio padre è stato bellissimo. Il Bfc e la sua gente sono sempre carini con noi, meritano questa gioia".

Miroslav, oggi allenatore degli Under 15 rossoblù, era all’Olimpico "Quando la curva ha intonato un coro per mio padre è stato bellissimo. Il Bfc e la sua gente sono sempre carini con noi, meritano questa gioia".

Miroslav, oggi allenatore degli Under 15 rossoblù, era all’Olimpico "Quando la curva ha intonato un coro per mio padre è stato bellissimo. Il Bfc e la sua gente sono sempre carini con noi, meritano questa gioia".

dall’inviato a Roma

L’undici di Ndoye come l’undici di Sinisa. Nella notte eterna di Roma, in quella coppa placcata d’oro, c’è la firma anche di Mihajlovic. Ne è sicuro suo figlio, Miroslav, e come lui tanti, tantissimi tifosi rossoblù che sono rimasti legati al ricordo del tecnico serbo con un filo d’acciaio. Il filo di Arianna, sua moglie, e dei suoi figli, che mercoledì sera erano in tribuna all’Olimpico per la finale tra il Milan e il loro Bologna. Il Bologna dei Mihajlovic e di Miro, che studia da allenatore e sui campi di Casteldebole ha iniziato a seguire le orme di quel gigante che era suo padre.

Miro, cos’ha provato mercoledì notte quando la curva del Bologna, durante la festa per il trionfo, ha intonato un coro per suo padre?

"E’ stata un’emozione grandissima, fortissima. Non ce l’aspettavamo, ma, da un certo punto di vista, non ci ha sorpreso: perché i bolognesi sono sempre stati speciali con noi. Ogni volta che ci incontrano, sono sempre carini, hanno sempre un pensiero per papà".

All’Olimpico in trentamila hanno avuto lo stesso pensiero…

"Bellissimo, davvero. Poi devo dire che il Bologna e la sua gente se la meritavano proprio questa gioia per la quale in piccolissima parte ci sentiamo coinvolti".

E’ questo il ’segno’ di Sinisa?

"Sì, io credo di sì. Ci sono state davvero tante coincidenze".

Quali?

"Intanto l’assegnazione della curva: ai rossoblù è andata la curva Nord, quella della Lazio, l’altra squadra di mio padre. Poi la vittoria è arrivata proprio nel giorno dell’anniversario dello scudetto (laziale, ndr) del Duemila. Io e i miei familiari eravamo seduti nella fila undici della tribuna. E poi chi l’ha decisa? Ndoye, il numero undici, quello che indossava papà. Tutto questo mi fa pensare che da lassù ci abbia aiutato".

E poi c’era stato De Silvestri che nella conferenza della vigilia aveva ricordato Mihajlovic e il suo ruolo nella crescita di questo Bologna.

"Lollo ha detto una cosa verissima: la malattia di papà è stato un momento che ha fatto maturare tanto quel gruppo, sono dovuti diventare uomini. Quel momento ha legato tutti, squadra, tifosi, società. Questo è il pezzettino di mio padre".

Un pezzo di Sinisa, dalla scorsa estate, è anche a Casteldebole: lei.

"Ho iniziato quest’esperienza con l’Under 15 del Bologna, un’esperienza davvero bella e molto formativa. Passare dal mondo dilettantistico (l’Urbetevere di Roma, ndr) ai professionisti è un salto enorme a livello di qualità e strutture. Lavorare con tecnici così preparati mi ha aiutato tantissimo. E poi stare a contatto con questi ragazzi è bello: insegnare loro certi valori, prima ancora che pensare al calcio. Alla loro età i risultati devono essere in secondo piano".

E lei ha capito che questa è la sua strada?

"Sì, è quello che voglio fare. E poi questo percorso mi sta facendo crescere molto anche come uomo. Venire a Bologna ha significato per me iniziare a vivere da solo e quindi a dover essere autonomo: pulire, cucinare, sistemare casa. Papà sarebbe fiero di me, lui dava molto importanza al renderci indipendenti e responsabili".

Il futuro è ancora a Casteldebole?

"A fine stagione ne parlerò con i dirigenti, a me ovviamente piacerebbe continuare. Ma intanto posso solo dire grazie per questa esperienza. E poi voglio ringraziare la squadra e mister Italiano: è anche attraverso la loro impresa che il ricordo di mio papà è ancora così forte".