ANDREA SPINELLI
Cronaca

Modà: "Canzoni per sentirci meno soli"

La band domani e martedì all’Europauditorium: "Un brivido suonare con l’orchestra. Raccontiamo al pubblico chi siamo davvero" .

Modà: "Canzoni per sentirci meno soli"
Modà: "Canzoni per sentirci meno soli"

di Andrea Spinelli

A Sanremo i Modà hanno festeggiato un doppio anniversario: i vent’anni del loro primo ep ’Via d’uscita’ e i dieci di ’Gioia’, arrivato nel 2013 a consolidare coi suoi cinque platini lo straordinario exploit del predecessore ’Viva i romantici’. Ed è anche per completare questa riflessione sul passato che Kekko Silvestre & Co. si sono poi regalati il tour con orchestra con cui sbarcano domani e martedì all’Europauditorium. "Non avendo più il peso di piazzarci ai vertici delle classifiche e di richiamare folle oceaniche, come accadeva quando eravamo pressati dalle responsabilità che ci davano dischi di diamante e concerti negli stadi, possiamo dedicarci a fare quel che ci piace" assicura lo stesso Silvestre. "Come sempre, però, al massimo delle possibilità nella convinzione che la nostra musica si presti particolarmente ad essere riarrangiata in chiave sinfonica".

Insomma, i Modà che non ti aspetti.

"Gli arrangiamenti per orchestra del maestro Andrea Benassai hanno stravolto il nostro repertorio dando vita ad un suono abbastanza lontano da quello pop-rock dei dischi. Non per niente il 28 settembre chiuderemo questo tour in quell’Arena di Verona, dove nel 2012 provammo per la prima volta il brividio di suonare con un’orchestra".

Cosa cambia rispetto ai concerti tradizionali?

"Quasi tutto. In questo spettacolo, oltre alla veste sonora rinnovata delle canzoni, c’è una narrazione che, attraverso racconti, pensieri, consente di conoscerci in modo più approfondito. Non mancano sorprese, come quella di eseguire una canzone ‘on demand’ non presente in scaletta".

’Lasciami’, il pezzo che vi ha dato l’11° posto a Sanremo, parla di depressione.

"Il Covid ha portato le persone a chiudersi, con effetti pesanti su chi, come me, di depressione ha sempre un po’ sofferto. Però, non credo sia stata un’edizione depressa; l’ho trovata popolata da artisti che sentivano il bisogno di parlare di queste cose per sentirsi meno soli e, magari, accendere una piccola fiamma in chi soffre di questa malattia".

È stata dura mettere a nudo le sue fragilità in diretta tv?

"È stato un modo per confrontarmi da un palco importante con persone che soffrono, scoperchiando qualcosa di molto diffuso di cui si parla ancora troppo poco".

Dice che per lei la famiglia è sempre stata un appiglio importante.

"Sì, perché mi ha fatto sentire il ‘numero uno’ pure nei momenti bui. Sono figlio di un impiegato statale e di un’infermiera, così, quando la musica ha cominciato a darmi da mangiare, ho voluto portarli con me alla scoperta del mondo. Nessuno di noi, infatti, sa quanto tempo ha ancora davanti e, proprio per questo, dovrebbe viverlo al meglio. Spendo molto per la mia famiglia e, a volte, mia moglie Laura mi riprende per questo. Un giorno eravamo in vacanza al mare e, guardando nostra figlia Gioia giocare con i nonni, le ho chiesto: quanto vale tutto questo? Ci sono ricordi che restano per davvero tatuati sul cuore".