
"Ho cercato, nonostante la paura, di chiedere aiuto agli altri utenti del bus, ma nessuno mi ha prestato soccorso e l’autista era troppo lontano da me". Sono dettagli agghiaccianti quelli che emergono dalla denuncia della quindicenne che, giovedì scorso, è stata molestata da due coetanei tunisini sull’autobus. Sono racconti che delineano, parola dopo parola, la totale assenza di aiuto da parte di chi era lì e poteva fermare questa vicenda ben prima.
"Ero uscita da scuola a mezzogiorno e come sempre mi sono recata alla fermata dello Sferisterio, su via Irnerio, per prendere la corriera, il 99C che è quello che mi porta da Bologna fino a casa, a Medicina – racconta la giovanissima che, a giorni dall’accaduto, è ancora sotto choc –. Ancora prima di salire sul bus mi sono resa conto che qualcosa non andava: c’erano questi due ragazzini stranieri, talmente simili da sembrare gemelli, che mi fissavano: con insistenza. Io volevo tornare a casa e sono salita insieme a varie altre persone, poi ho visto che loro erano saliti sul mio stesso autobus".
E da qui è iniziato l’incubo dell’adolescente. "Le loro molestie verso di me sono iniziate da subito: mi urlavano contro parole in arabo e poi mi hanno fatto alcuni apprezzamenti in italiano – prosegue la studentessa nella denuncia ai carabinieri –. Ho provato a fare finta di niente, ma si erano seduti dietro di me e hanno cominiciato a tirarmi con violenza alcune ciocche di capelli e poi me le annusavano. Di fianco a me, in quel momento c’era un’altra persona seduta, che è poi scesa all’altezza del sant’Orsola". Se questo passeggero si fosse reso conto o meno di quello che stava succedendo non è chiaro, quel che è certo è che i due, come ripercorre la quindicenne nella sua testimonianza, non hanno perso tempo e, non appena il posto di fianco a lei si è liberato, non le hanno lasciato scampo.
"Non sono più riuscita a cambiare fila, perché uno dei due ha occupato il seggiolino di fianco al mio e l’altro è rimasto tutto il tempo in piedi nel corridoio, come a sbarrare la strada – aggiunge la giovanissima –. Prima mi hanno chiesto con insistenza se avessi un account social e ho continuato a ignorarli fino a che quello seduto vicino a me non ha tentato di strapparmi il giubbotto e ha iniziato a toccarmi violentemente il seno. Sono rimasta impietrita, ma con tutta la voce che avevo lì per lì ho provato a chiedere aiuto, ma nessuno è intervenuto. Mi urlavano in faccia, mi toccavano e poi sono scesi in via Cà dell’Orbo a Castenaso. Mentre l’autobus ripartiva hanno picchiato sul mezzo con violenza continuandomi a fissare per attirare la mia attenzione, ma io volevo solo arrivare a casa".
I due, che erano ospiti di un centro di Castenaso, irregolari sul territorio e sprovvisti del permesso di soggiorno, rintracciati dai carabinieri di Medicina, sono stati portati in una struttura idonea della giustizia minorile, a seguito della misura cautelare emessa su disposizione della Procura dei minori.
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