Molestie sessuali a prof e bidelle, a processo un ex preside bolognese

I fatti risalgono al 2010 e 2012. L’uomo, 67 anni, oggi è in pensione

Un'immagine di repertorio

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Bologna, 6 aprile 2016 - Un preside davvero particolare. E decisamente molesto. La sua ‘passione’ era infatti quella di palpeggiare bidelle e supplenti, approfittando del ruolo che rivestiva per ridurle al silenzio. Non solo. Si divertiva anche a indirizzare nei loro confronti insulti a sfondo erotico e chiare allusioni sessuali. I fatti risalgono agli anni dal 2010 al 2012, quando il preside, G. L., 67 anni, calabrese d’origine trapiantato sotto le Due Torri, guidò due diversi istituti della città. Ora l’uomo è andato in pensione, ma dovrà rispondere dei suoi comportamenti, commessi quando rivestiva la carica di pubblico ufficiale, nel processo che inizierà domani con l’ascolto in aula dei primi testimoni. Le accuse formulate a suo carico dal pm Beatrice Ronchi sono violenza sessuale e violenza privata e le parti offese sono due bidelle e una supplente, che all’epoca dei fatti avevano fra 35 e 40 anni.

I capi di imputazione nei suoi confronti sono impietosi: una bidella fu costretta dal preside a subire ripetuti «toccamenti del sedere e abbracci, anche pretendendo che la donna sedesse sulle ginocchia dell’uomo per svolgere le proprie mansioni lavorative». Alla stessa bidella, inoltre, il preside rivolgeva frasi di questo tipo, anche in presenza di altre persone: «Vieni a letto con me, se vieni a letto con me ti faccio vedere...». Seguite da oscenità irripetibili. A una supplente, sempre secondo il pm, riservò lo stesso trattamento di palpeggiamenti sul sedere e sulle cosce ‘allietati’ da frasi come queste, sempre dette in pubblico: «Con quelle due belle t... che ti ritrovi...»; «Sai cosa ci vorrebbe a certe tue colleghe? Una bella sc... E io sono un artista in quest’arte»; «Io voglio guardarti le gambe, è così trasgressivo... tu non hai il gusto della trasgressione?».

Infine, per l’accusa minacciò un’altra bidella che, se non avesse soddisfatto le sue voglie, avrebbe avuto ritorsioni sul lavoro come il mancato riconoscimento delle ore di straordinario o la mancata fruizione delle festività. La vicenda, dopo anni di molestie all’interno delle scuole, venne alla luce grazie ai sindacalisti della Flc-Cgil, che ricevettero le segnalazioni delle vittime e presentò una denuncia in Procura. Racconti molto simili, raccolti dal sindacato nello ‘spazio donne’ della Cgil e fatti da tre donne che provenivano da scuole diverse e non sapevano nulla l’una dell’altra.

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