Molinella, Irea Gualandi, morta di crepacuore. Se ne va subito dopo il marito

La Gualandi è morta a Milano, ma era nota in città come scrittrice e sindacalista

E’ stato dato da una parente della coppia

E’ stato dato da una parente della coppia

Milano, 23 ottobre 2017 - Sono morti insieme. A brevissima distanza l’uno dall’altra. Forse uno dei due coniugi è deceduto per un malore. E il partner di una vita lo ha seguito, stravolto da quel lutto. Resta solo da capire quando si è consumata la tragica fine di Silvano Toffetti e Irea Gualandi, 85 e 93 anni, trovati senza vita ieri pomeriggio nella loro abitazione di Milano.

La chiamata al 112 arriva poco prima delle 17.30: al telefono c’è una parente della coppia (senza figli), che vive fuori città e telefona una volta a settimana per accertarsi delle loro condizioni. «Non rispondono», dice allarmata. L’indirizzo è viale Omero 26, stabile con 7 scale ben curato e col giardino perfettamente in ordine che spicca in una zona di palazzi popolari degradati. Sul posto arrivano gli agenti delle Volanti, i vigili del fuoco e i sanitari del 118. La porta dell’appartamento al quarto piano della scala E è chiusa dall’interno: i pompieri la forzano e aprono la strada ai poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale, che trovano l’uomo sul divano e la donna riversa in corridoio.

Non ci sono segni di violenza sui due corpi, né le morti sarebbero state provocate da una fuga di gas o di monossido di carbonio. Rimane solo un’ipotesi, l’unica possibile per gli investigatori: i due, entrambi alle prese da tempo con patologie croniche, sono deceduti quasi contemporaneamente. Prima uno, probabilmente Toffetti, poi l’altra, straziata dalla morte del compagno di una vita. Sul posto anche la Scientifica per i rilievi del caso, anche se paiono esserci davvero pochissimi dubbi.

Irea Gualandi, nata nel 1924 a Molinella, era piuttosto conosciuta: scrittrice e giornalista, è stata per anni sindacalista della Cgil. Dopo l’8 settembre 1943, la 19enne Irea diede un contributo importante alla guerra di Liberazione, partecipando alla fondazione dei Gruppi di difesa della donna. Il suo impegno politico, prima nel Psi, poi nel Psiulp e infine nel Pci, fu sempre parallelo a quello per il mondo del lavoro. Già nel 1949 infatti entra nella Cgil, con viaggi al Sud e missioni all’estero tra Svizzera e Romania. Poi il trasferimento nel 1958 alla Federbraccianti (lei figlia di contadini) per occuparsi della condizione delle donne nei campi. E’ stata assessore provinciale con la giunta di Roberto Vighi, negli anni ’50. Ieri la tragica fine. Insieme all’amato marito Silvano.

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