ZOE PEDERZINI
Cronaca

"Molinelli è morto. La Procura spagnola ha già chiuso il caso"

Il 44enne, condannato per furti ai bancomat, era ricercato dai carabinieri. Parla l’avvocato: "Nessun giallo, non aveva alcun motivo per scappare".

Giuseppe Molinelli sorridente ai fornelli nel suo ristorante in Spagna

Giuseppe Molinelli sorridente ai fornelli nel suo ristorante in Spagna

"Non ho alcun dubbio sul decesso di Giuseppe Molinelli, purtroppo". È lapidario l’avvocato Robert Venturi, che ha difeso il ’Nano’ nei processi per i numerosi furti ai bancomat di cui era accusato. Il legale definisce le notizie sul suo assistito "un’enorme fantasia: siamo tutti sconcertati e la madre è distrutta". Nessun ’giallo’, nessuna messa in scena, nessuna fuga da film per sfuggire ai rigori della giustizia: così si esprime il penalista, intervenendo sulle ricostruzioni apparse negli ultimi giorni sulla stampa.

Le ’anomalie’ a proposito del decesso riscontrate dagli investigatori milanesi, che lo stavano cercando per eseguire un cumulo pene definitivo di circa 9 anni, sarebbero in realtà frutto di equivoci, suggestioni e complicazioni burocratiche. Per sgomberare il campo da ogni dubbio, l’avvocato Venturi ripercorre la vicenda: "Molinelli si è tolto la vita nella sua casa in Spagna, dove viveva con la famiglia, il 14 giugno 2024, per motivi strettamente personali, come ho appreso io stesso nell’immediatezza – spiega –. Sul posto è intervenuta la polizia e la procura locale ha aperto d’ufficio un fascicolo per gli accertamenti, successivamente chiuso. Come si può mettere in discussione anche il lavoro dell’autorità giudiziaria spagnola? Mica parliamo di un’isola sperduta dell’Africa". Molinelli si era trasferito in Spagna nel 2018 aprendo un ristorante italiano, Gnam Gnam, a Benidorm, città turistica della Costa Blanca.

"Nell’estate del 2024 – aggiunge il difensore – lui era stato giudicato in secondo grado e io a quel punto, dopo la sua morte, non ho più presentato il ricorso in Cassazione. Il decesso non è stato comunicato all’autorità giudiziaria milanese, la sentenza è quindi diventata definitiva e l’ufficio esecuzioni della Procura ha avviato l’esecuzione. Io sono stato poi contattato e ho riferito che il mio assistito era deceduto, non avevo un certificato di morte e l’addetto ha concluso che se ne sarebbero occupati loro". Vengono così avviati gli accertamenti dei carabinieri, i quali consultano l’anagrafe di Granarolo, dove Molinelli risultava iscritto fra i residente all’estero, e sentono il parroco, che riferisce alcune circostanze anomale del funerale, celebrato di fronte a un’urna cineraria portata da una parente. "In realtà il funerale è stato celebrato in Spagna – aggiunge l’avvocato – mentre nella chiesa di Viadagola è stata fatta una preghiera per i tanti parenti e amici del posto". Riguardo alla carta d’identità fatta due mesi prima della morte, che non è stata trovata dagli investigatori, "è in possesso della madre, alla quale è stata consegnata dal consolato". "Molinelli – conclude l’avvocato – non aveva motivi per sparire: considerata la pena già scontata e i successivi benefici, avrebbe trascorso in carcere ben poco tempo. Io lo avevo visto appena un paio di settimane prima e non era affatto preoccupato per la sentenza".

Enrico BarbettiZoe Pederzini