Bologna, 3 maggio 2018 – Nel film ‘Totò truffa’ un italoamericano convinto di aver comprato la fontana di Trevi scaccia invano i ragazzini che rubano le monetine lanciate nell’acqua per buona sorte dai turisti. Mezzo secolo dopo, ancora la pesca delle monetine è uno sport praticato, anche a Bologna.
E visto che proprietari la fontana del Nettuno non ne ha, non c’è nessuno pronto a ‘rivendicare’ la proprietà di quei desideri di ignoti vacanzieri e a far perseguire i ladruncoli. «Succede quindi che un paio di giorni fa, con assoluta naturalezza – spiega il consigliere comunale leghista Umberto Bosco –, un uomo si sia corciato le maniche e abbia iniziato a ripulire il fondo della fontana, nell’indifferenza totale. Tra l’altro, senza neppure rischi: non c’è furto, dice la Cassazione, se i soldi non hanno proprietà. Al massimo, per quel mezzo bagno, il tipo potrebbe essere multato. Ma considerando che di solito chi pratica questo tipo di ‘attività’ è nellatenente o sedicente tale, le multe risultano carta straccia. La soluzione – conclude l’esponente del Carroccio – potrebbe essere quella praticata dal Comune di Roma, che ha dichiarato suoi i soldi lanciati nella fontana di Trevi così che, chi li prende, commette un furto ed è quindi perseguibile penalmente».
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