Montaldo, dal Biografilm fino a ‘Una bella grinta’ Il rapporto con la Cineteca diventato amicizia

Giuliano Montaldo ricevette il Celebration of Life Award nel 2013, in un'edizione storica del Biografilm. La sua opera "Una bella grinta", girata a Bologna nel 1964, fu premiata al festival di Berlino. Un gioiello cinefilo che racconta la storia di Ettore Zambrini.

Montaldo, dal Biografilm fino a ‘Una bella grinta’  Il rapporto con la Cineteca diventato amicizia
Montaldo, dal Biografilm fino a ‘Una bella grinta’ Il rapporto con la Cineteca diventato amicizia

Nel 2013 Giuliano Montaldo ricevette il Celebration of Life Award, nell’ambito di un’edizione del Biografilm – la nona – che quanto a film e protagonisti rimarrà storica. La madrina fu Ornella Vanoni, l’inaugurazione avvenne con Sugarman di Malik Bendjelloul e in gara c’era The Act of Killing di Joshua Oppenheimer. Uno spaccato fantastico in cui il grande regista, mancato mercoledì a 93 anni, rappresentava la storia alla portata dei nuovi talenti del documentario. Ma Giuliano Montaldo (in alto, nella foto a sinistra) per Bologna (la sua grande amicizia con la Cineteca, che nel 2020 restaurò il film, è da ricordare) è anche sinonimo di Una bella grinta (in alto, a destra), ovvero la sua seconda importante opera, girata nel 1964 proprio sotto le Due Torri e premio della giuria al festival di Berlino nello stesso anno. Un gioiello cinefilo (cui seguirono Gli Intoccabili del 1969, Sacco e Vanzetti (1970), Giordano Bruno (1973), L’Agnese Va A Morire (1976), Gli Occhiali d’Oro del 1987) che si aggira tra via Zamboni, via Marconi e la stazione e che racconta la storia del piccolo industriale rampante Ettore Zambrini, impersonato da Renato Salvatori. Nel cast vi sono, oltre allo stesso regista, Enrico Rame, Marina Malfatti e Norma Benguell. La colonna sonora in stile jazz è opera del compositore Piero Umiliani, che si avvale di un gruppo di grandi interpreti, come Gato Barbieri, Enrico Rava e Franco D’Andrea.

Scriveva, a proposito dell’avventura bolognese, Montaldo: "Girammo a Bologna, una città di grande ospitalità e disponibilità. Il protagonista era Renato Salvatori, poi doppiato dal bolognese Raoul Grassilli. Alcuni attori furono trovati letteralmente un attimo prima di girare: quando vedevamo qualcuno con una faccia che ci piaceva, lo bloccavamo anche in mezzo alla strada e gli dicevamo: "Lei che fa, dove va? Si fermi un attimo con noi a fare il cinema". Quando finivano i soldi, Renato Salvatori veniva in soccorso: passava una notte a giocare a poker – aveva una faccia da poker stupenda – e il giorno dopo potevamo pagare i conti".

b.c.