
Michele de Pascale sul palco durante le celebrazioni del 25 aprile a Monte Sole
Un grande applauso per Papa Francesco. E un minuto di silenzio per i morti di Gaza e di tutte le guerre. Da Monte Sole, qui dove vennero uccisi 770 civili per mano dei nazisti, l’anniversario per gli 80 anni della Liberazione, è una celebrazione che mette insieme i valori della Resistenza e la richiesta di pace per i conflitti mondiali. Una pace che Bergoglio predicava e chiedeva con forza. Sul prato gremito di gente, tra sciarpe rosse, bandiere arcobaleno, simboli dell’Anpi (l’Associazione nazionale partigiani) e della Cgil, c’è aria di festa. E la risposta alla richiesta di sobrietà da parte del governo per le esequie del Pontefice è unanime: "Dev’essere un 25 aprile di gioia".
Lo dicono il presidente della Regione, Michele de Pascale; la sindaca Pd di Marzabotto Valentina Cuppi; Valter Cardi, presidente del Comitato regionale per le onoranze ai Caduti di Marzabotto; e la segretaria del Pd Elly Schlein, presente alle celebrazioni con il responsabile Organizzazione del Pd Igor Taruffi e il segretario regionale dem Luigi Tosiani. La leader dem non sale sul palco, ma resta nel prato, concedendosi a selfie e strette di mano. A chi le chiede conto del piano Ue sul riarmo (su cui il Pd si è diviso, ndr), visto che sul palco campeggia lo striscione ’In guerra si entra tutti sconfitti. No al riarmo. Vogliamo la pace’, la segretaria dem non raccoglie. E dribbla anche commenti sull’invito a "festeggiare sobriamente" da parte del ministro Nello Musumeci: "Sono qui per il 25 aprile, la festa di tutto il Paese. Questa è la festa della Resistenza e della libertà. Anche oggi la lezione di chi ha lottato e ha dato la vita per la nostra libertà, è una lezione quanto mai attuale".
Il mantra – per tutti – è lo stesso: "No alle polemiche, oggi dev’essere la festa di tutti". Lo dice chiaro il governatore emiliano-romagnolo che, dopo aver ricordato l’incontro del capo dello Stato Sergio Mattarella e del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier proprio a Monte Sole, qualche mese fa, come simbolo di unità nazionale, spiega: "C’è un’ipocrisia di fondo, la non condanna totale ed esplicita della tragedia avvenuta e il non riconoscimento del ruolo straordinario avuto dagli alleati, dai partigiani e dal ricostituito esercito italiano. Questo è un limite grave del nostro Paese". Tra gli ospiti c’è anche don Ciotti, fondatore di Libera. "La lotta alla Liberazione ha punti in comune con la lotta alla mafia", dice la sindaca di Marzabotto, che richiama la necessità di "battersi per la pace", nel nome di Francesco, e chiede di fermare "il genocidio di Gaza". Alessandro Borghi, presidente dell’Anpi di Marzabotto, chiede un minuto di silenzio per le vittime, "perché per fare la pace ci vuole coraggio, molto più che per fare la guerra".
Chiude gli interventi don Ciotti che replica alla sobrietà richiesta per il 25 aprile: "Oggi è necessario esserci. Quello che mi preoccupa sono gli ubriachi di potere che saranno al funerale del Papa. Oggi, comunque, Francesco sarebbe felice di vedere tante persone riunirsi per celebrare la fine di una terribile guerra e due dittature". ll patron di Libera fa un passaggio (molto applaudito) anche sui migranti, sulla disumanità "che non può essere legge": "Diciamo no a una politica che ha venduto l’anima al consenso e al potere. I migranti morti sono la coscienza sporca di un Occidente che volge la testa dall’altra parte". Schlein dal prato applaude e fa lo stesso quando don Ciotti critica il piano Ue sul riarmo. Sotto le querce di San Martino, in un luogo simbolo, c’è chi porta negli occhi il dolore delle vittime, come Pietro Marchioni, nipote di don Ubaldo ucciso a 26 anni a Monte Sole. All’invito alla sobrietà del governo risponde con un diplomatico: "Il silenzio è d’oro...". A riempire il silenzio, le note di Bella Ciao.