CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Morì a 22 anni schiacciato dal Tir, 5 a processo. I familiari: “Giustizia”

La tragedia nel 2021, lavorava da tre giorni all’Interporto. Gli autisti patteggiano. L’avvocato dei parenti di Yafa: “Nemmeno un euro di risarcimento”

Yaya Yafa, 22 anni, morì nell’ottobre 2021 all’Interporto al suo terzo giorno di lavoro

Yaya Yafa, 22 anni, morì nell’ottobre 2021 all’Interporto al suo terzo giorno di lavoro

Bentivoglio (Bologna), 9 maggio 2025 – Sono cinque le persone rinviate a giudizio per omicidio colposo dal giudice dell’udienza preliminare di Bologna, Andrea Salvatore Romito, a cui si aggiungono due patteggiamenti e un non luogo a procedere, al termine dell’udienza preliminare per il caso della morte di Yaya Yafa, il carrellista 22enne, nato in Guinea Bissau e residente a Ferrara. Il ragazzo, nell’ottobre del 2021, morì schiacciato da un camion in manovra per la cooperativa Dedalog all’Interporto di Bologna. Era il suo terzo giorno di lavoro.

“L’impianto accusatorio dell’ufficio della procura ha tenuto di fronte alla valutazione del gup – le parole dell’avvocato Riccardo Caniato, che assiste i familiari della vittima, vale a dire il padre, il figlioletto e il fratellastro di Yaya –, ora attendiamo l’esito del dibattimento”. Sono già quasi quattro anni che Yaya non c’è più e la prima udienza del processo è stata fissata al 13 aprile 2026. Dovrà passare un altro anno dunque prima che si entri nel vivo del procedimento.

“A oggi, i congiunti della vittima, da me rappresentati, non hanno ricevuto un solo euro di risarcimento – sottolinea l’avvocato Caniato –. I familiari di Yaya chiedono che sia fatta giustizia, sia sotto il profilo del riconoscimento delle responsabilità degli imputati sia sotto il profilo economico. La vittima era una persona che lavorava e mandava i soldi a casa, in Guinea Bissau. Familiari che in effetti si meravigliano di queste tempistiche processuali, dopo aver subito una così grave perdita”.

Il pm bolognese Michela Guidi aveva chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli otto imputati, ma ieri il giudice ha prosciolto David Nothacker, dirigente di Sennder Italia, ditta che affidava a terzi vettori i servizi di trasporto. Hanno invece patteggiato una condanna a un anno, con pena sospesa, i due autisti della Transporter Logistic coinvolti, tra cui quello che guidava il tir che schiacciò la vittima. Saranno invece processati, con la prima udienza che è stata fissata appunto al 13 aprile 2026, gli altri cinque imputati: si tratta di Antonino Tita, di Sda, responsabile delle operazioni in Interporto; poi il datore di lavoro di Yaya, Carlo Ludovici; Cristian Mancini, responsabile del magazzino, di fatto preposto per la Dedalog, che lo gestiva in appalto da Sda; Andrea Monticelli, un altro dirigente di Sennder Italia, e Mirko Melella, legale rappresentante della Transporter Logistic.

Nella scorsa udienza, che si era tenuta a febbraio, erano stati ammessi come parti civili i familiari del giovane, i sindacati Si Cobas e Cgil di Bologna e l’Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), limitatamente alle istanze contro le persone fisiche imputate, mentre era stata rigettata la richiesta di costituzione di parte civile avanzata dalla Città metropolitana di Bologna. Un provvedimento, quest’ultimo, “non condivisibile giuridicamente”, aveva affermato Salvatore Tesoriero, avvocato della Città metropolitana.