CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Morì a 22 anni all’Interporto. I familiari: "Ora giustizia"

Ieri le richieste di costituzione di parte civile da parenti, associazioni ed enti. Si deciderà il 7 febbraio. Il carrellista fu schiacciato da un camion nel 2021. .

Yaya Yafa, carrellista morto a 22 anni al suo terzo giorno di lavoro all’Interporto

Yaya Yafa, carrellista morto a 22 anni al suo terzo giorno di lavoro all’Interporto

Bisognerà attendere il 7 febbraio per sapere se Cgil, Si Cobas, l’associazione Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), la Città metropolitana e i familiari della vittima, ossia suo padre, il suo fratellastro e il suo figlioletto di pochi anni, oltre a uno zio, saranno parti civili nel procedimento sulla morte di Yaya Yafa, il carrellista 22enne nato in Guinea Bissau e residente a Ferrara, che nell’ottobre del 2021 morì schiacciato da un camion in manovra al suo terzo giorno di lavoro all’Interporto.

Per quella vicenda, la pm Michela Guidi ha chiesto il rinvio a giudizio di otto persone per omicidio colposo: si tratta del responsabile Sda delle operazioni hub di Bologna, blocco 13.4, Antonino Tita; del datore di lavoro di Yaya, Carlo Ludovici; del responsabile del magazzino, di fatto preposto per la Dedalog, che lo gestisce in appalto da Sda; dell’ad e datore di lavoro di Senner Italia, ditta che affidava a terzi vettori i servizi di trasporto; del legale rappresentante della Transporter Logistic, per cui lavoravano i due autisti, tra cui quello che guidava il tir che schiacciò la vittima; e degli stessi due autisti. Nel procedimento è imputata anche la Dedalog, cooperativa per la quale lavorava la vittima. Nell’udienza di ieri sono state discusse le eccezioni delle difese alla legittimità delle costituzioni di parte civile. Su queste eccezioni, e sulle conseguenti eventuali ammissioni o meno al processo, il gup Andrea Salvatore Romito dovrebbe pronunciarsi nella prossima udienza. Nella quale non si esclude verrà vagliata anche la citazione di responsabili civili. Tra gli avvocati di parte civile, Andrea Ronchi (Cgil), Salvatore Tesoriero (Città metropolitana) e Marina Prosperi (Si Cobas), e Riccardo Caniato per i parenti di Yafa.

"Per quanto concerne la legittimazione dei familiari, non credo ci sarà nessun problema – spiega Riccardo Caniato, che assiste i parenti della vittima –. I miei assistiti sono frastornati. Non conoscono bene il sistema giudiziario italiano, abbiamo dovuto far arrivare delle procure dalla Guinea Bissau. Loro si aspettano semplicemente giustizia. Che arrivi una sentenza perlomeno di primo grado, considerando che sono passati già diversi anni dal fatto".

Due parti hanno manifestato l’intenzione di patteggiare.

Chiara GabrielliFederica Orlandi