
Il piccolo Gianlorenzo Manchisi muore in un incidente al Carnevale di Bologna nel 2019. Quattro imputati a processo per omicidio colposo, Procura chiede condanne con pena sospesa.
Il piccolo Gianlorenzo Manchisi aveva soltanto due anni e mezzo quando, il 5 marzo del 2019, cadde dal carro di Carnevale su cui si trovava con la mamma durante la sfilata in via Indipendenza, e fu da questo travolto. Morì dopo quasi un giorno di agonia, all’ospedale Maggiore, nonostante i disperati tentativi di salvargli la vita. Per quella vicenda, sono ora a processo quattro imputati, in primo grado: sono accusati di omicidio colposo e tra loro c’è anche la stessa Siriana Natali, la mamma del piccolo.
E ieri, in tribunale, la Procura ha chiesto condanne per tutti: richieste che vanno dai quattro agli otto mesi, con pena sospesa per tutti.
Nel dettaglio, la Procura ha chiesto quattro mesi per Siriana Natali, mentre ne ha chiesti otto per gli altri tre imputati. Si tratta di Marco Pasquini, il collaudatore che rilasciò il certificato relativo al carro su cui si trovavano Gianlorenzo e Siriana, Paolo Castaldini, il responsabile del Comitato per le manifestazioni petroniane che gestiva l’evento, e don Marco Baroncini, all’epoca presidente del Comitato organizzatore del Carnevale in cui avvenne l’incidente, difesi dall’avvocato Ludovico Gamberini. Il piccolo Gianlorenzo, durante la sfilata, scivolò all’indietro infilandosi nello spazio tra le sbarre della ringhiera di protezione del mezzo e rovinò a terra, finendo proprio sotto le ruote del carro allegorico in movimento.
A maggio 2022 era già stato condannato a un anno e mezzo, con rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena), l’allestitore del carro, Paolo Canellini. Nella prossima udienza, fissata per il 7 novembre, toccherà prendere la parola alle parti civili e poi al difensore di Siriana Natali, l’avvocato Mauro Nicastro. Le parti civili sono il padre di Gianlorenzo e marito di Siriana, Giuseppe Manchisi, e il figlio maggiore.