Alessio Stipcevich e la moglie Orietta
Bologna, 10 luglio 2018 – «Non so niente. Non so neppure quando potrò riavere il corpo di mio marito». Se il dolore avesse una voce, avrebbe quella di Orietta Sabbatani. Una voce che spezza il cuore. Un sussurro quasi, stordito dallo strazio di dover affrontare una perdita tanto violenta e improvvisa. Il suo Alessio, il padre delle sue bambine, non c’è più. E Orietta non riesce a capire come sia potuto accadere. «Era esperto, faceva lanci da tantissimi anni. Ne aveva fatti più di mille», racconta. Quale anomalia, quale cosa non abbia funzionato, domenica alla Pietra di Bismantova, quando la vela del paracadute non si è aperta, lo dovranno stabilire le indagini dei carabinieri sul materiale che il basejumper aveva con sé, tutto sequestrato.
Ma qualsiasi verità non potrà mai colmare il dolore. E lo choc di apprendere, una domenica mattina di luglio, da una telefonata come tante, della morte del proprio marito. «Non lo sentivo e ho chiamato la foresteria, perché so che lo conoscono. E mi hanno detto che c’era stata una disgrazia», fa una lunga pausa Orietta. Poi riprende: «Ho letto tante cose. Tante cose sbagliate. Quello che è successo davvero lo potranno dire solo i video delle go-pro. Alessio ne aveva due. Qualcosa lo saprò forse domani (oggi, ndr)».
Orietta e Alessio Stipcevich si erano sposati quattro anni fa. Un amore arricchito dalla nascita di due bimbe, la più piccola di pochi mesi. E un amore fatto di condivisione di passioni, tanto che, neppure un mese fa, a commento di una sua foto su Facebook, Stipcevich scriveva: «Grazie Orietta per non avermi mai impedito di seguire i miei sogni. I love you».
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