Morto in canoa a Bologna, altri tre verso il processo

Casalecchio: Alessandro si rovesciò nel Reno nel 2019. Avviso di fine indagine per l’istruttore capo, il presidente del club e il responsabile formazione

Casalecchio (Bologna), 3 dicembre 2022 - Dopo due richieste di archiviazioni respinte e la disposizione di nuove indagini da parte dei giudici Alberto Gamberini, per l’istruttore capo, e Roberta Dioguardi, per il filone legato al presidente presidente del Canoa club Bologna e del responsabile regionale della formazione, il pm Antonello Gustapane ha inviato a tutti e tre l’avviso di fine indagine, accusati a vario titolo di omicidio colposo, falso (per una questione legata al patentino da istruttore di un indagato) e favoreggiamento per la morte di Alessandro Ferriani, il giovane di 17 anni annegato il 1° febbraio 2019 nel Reno durante un allenamento. L’atto solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.

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Alessandro Ferriani, morto a 17 anni al Lido di Casalecchio
Alessandro Ferriani, morto a 17 anni al Lido di Casalecchio

L’opposizione all’archiviazione dell’indagine sull’istruttore capo faceva perno sul regolamento che prevederebbe la presenza ’sul campo’ della sua figura, mentre questi il giorno dell’incidente rimase all’interno della sede del club. Per questo nei mesi scorsi erano state raccolte su disposizione del gip Gamberini le testimonianze di due tecnici – il responsabile della formazione e il presidente della Federazione italiana canoa e kayak –, incaricati di spiegare in particolare se il concetto di "presenza" dell’allenatore dovesse intendersi come un "gravitare nell’area societaria" per dare indicazioni tecniche all’istruttore in acqua coi ragazzi, oppure come una presenza fisica tale da consentirgli un "controllo visivo" dell’attività svolta in acqua dagli atleti. I due esperti convennero sul fatto che che la prima versione fosse l’interpretazione corretta. Il gip Dioguardi invece chiese accertamenti supplementari sull’intervento dei vigili del fuoco e sul divieto di navigazione di quel tratto della Chiusa. Così è stata presentata una relazione tecnica redatta da un responsabile dei vigili del fuoco, nella quale si porrebbe l’accento su presunte violazioni da parte del club.

Al momento, l’unico imputato per l’omicidio colposo di Ferriani è il giovane istruttore che quel maledetto giorno di febbraio si trovava in canoa con Alessandro e gli altri atleti. La famiglia, rappresentata dall’avvocato Ciriaco Rossi, ha deciso di non costituirsi parte civile contro di lui, difeso dall’avvocato Ivan Dall’Ara. I tre indagati sono tutti difesi dall’avvocato Fabio Pancaldi. Quel tragico pomeriggio, Alessandro si stava allenando con due compagni del Canoa Club Bologna, a valle della diga storica di Casalecchio. Erano quasi le 17, non ancora buio, quando si rovesciò senza riuscire a tornare in superficie, con l’istruttore che cercò prima di aiutarlo con un remo, poi gettandosi in acqua e riuscendo così a fargli raggiungere la riva. Ma troppo tardi.

 

 

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