Bologna, bimbo morto dissanguato, chiesta l’archiviazione per tutti

La madre e la sorella erano accusate di abbandono di minore, un funzionario Acer di omicidio colposo

Il piccolo Alessandro Do Rosario, 9 anni di Capo Verde, morto il 5 agosto 2016

Il piccolo Alessandro Do Rosario, 9 anni di Capo Verde, morto il 5 agosto 2016

Bologna, 21 aprile 2017- Non ci sono colpevoli per il decesso di Alessandrio Do Rosario, il bambino di 9 anni morto dissanguato l’anno scorso dopo essersi ferito con il vetro di una portafinestra di un appartamento Acer in via Benini. Il bimbo si era ferito dando un calcio alla finestra per tentare li liberare il nipotino di 3 anni, rimasto intrappolato in balcone, mentre i due erano soli in casa visto che la madre e la sorella (la mamma del bambino più piccolo) erano uscite pochi minuti per fare la spesa.

Il pm Antonello Gustapane ha chiesto l’archiviazione per la madre, 44 anni, accusata di omicidio colposo e abbandono di minore, la sorella, 25, indagata per abbandono di minore, e per un funzionario Acer, 43, anche lui accusato di omicidio colposo. L’atto inoltrato al gip è firmato anche dal procuratore capo Giuseppe Amato.

La famiglia è originaria di Capo Verde. Le conclusioni della Procura si basano sugli esiti di due consulenze, una medico-legale e una ingegneristica. La richiesta di archiviazione per il responsabile dell’area manutenzione di Acer, ente proprietario dell’appartamento, si fonda sul fatto che la portafinestra, montata nel 2011, prima cioè della consegna dell’appartamento alla famiglia, non rientrava nella normativa in vigore dal maggio 2014: non c’era cioè l’obblirgo di sostituire di un vetro preesistente, anche se potenzialmente pericoloso perché fuori norma in quanto troppo sottile.

L’abbandono di minore, invece, è stato escluso per mancanza di dolo, sia nei confronti della madre che della sorella, pur riconoscendo una certa imprudenza nell’aver lasciato i bambini di nove e tre anni per 30-40 minuti soli a casa. Secondo i magistrati, in pratica c’era in entrambe la convinzione che il più grande fosse in grado di badare adeguatamente a se stesso e al nipote. Pure l’omicidio colposo imputato alla madre è caduto, perché la morte del bambino è avvenuta per il concorso di due circostanze che non potevano essere previste. La parola ora passa al giudice.

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