Morto in ospedale a Bazzano, lesioni sospette. Aperta un'inchiesta

Arrivato al pronto soccorso da una casa famiglia con ecchimosi e una frattura, l’Ausl segnala il caso alla Procura

Maltrattamenti ripresi durante un’inchiesta in una casa di riposo (foto d’archivio Ansa)

Maltrattamenti ripresi durante un’inchiesta in una casa di riposo (foto d’archivio Ansa)

Valsamoggia (Bologna) - 24 gennaio 2020 - Una morte sospetta, un fascicolo già aperto contro ignoti e una salma già sequestrata, ora a disposizione della magistratura. È un giallo il decesso avvenuto ieri l’altro nel reparto di Medicina dell’ospedale di Bazzano. Lì infatti è stato ricoverato un anziano di 82 anni, proveniente da una casa famiglia del territorio. E proprio l’operato della struttura è ora al vaglio della Procura. L’uomo è infatti deceduto per una polmonite, ma a destare la preoccupazione degli operatori e la conseguente segnalazione da parte dell’Ausl all’autorità giudiziaria sono state alcune ecchimosi sospette ai polsi e alle caviglie, e una frattura alla clavicola riconducibile a un trauma. Così, "al fine di accertare le possibili cause delle lesioni traumatiche, già rilevate al momento dell’arrivo in pronto soccorso, l’Azienda ha provveduto a segnalare il caso", hanno fatto sapere in serata dall’Azienda sanitaria.

L’anziano, già affetto da un quadro di decadimento cognitivo dovuto all’età, è deceduto poco dopo il ricovero. Sulla vicenda indagano ora i carabinieri della Compagnia di Borgo Panigale, mentre la salma è a disposizione degli inquirenti per tutti gli accertamenti medici del caso. Per il momento però il fascicolo sarebbe contro ignoti. Se i sospetti che hanno fatto partire l’iter giudiziario fossero confermati, potrebbe trattarsi dell’ennesimo caso di violenza perpetrata nei confronti di anziani in condizioni di disabilità da parte di addetti di una struttura di cura che dovrebbe accudirli. Naturalmente questa è soltanto la peggiore delle ipotesi, che le indagini al momento in corso hanno il compito di accertare, eventualmente.

A quanto si apprende, non sono state sporte denunce da parte della famiglia dell’anziano. Non sarebbe la prima volta che cose simili accadono a Bologna e provincia: i due casi più recenti sono quelli della casa famiglia ’Il Fiore’ di San Lazzaro di Savena e ’il Fornello’ di San Benedetto Val di Sambro. A novembre scorso è stato condannato a otto anni in abbreviato, con l’accusa di maltrattamenti e lesioni, l’infermiere titolare della casa famiglia di San Lazzaro, dopo il caso scoppiato un anno e mezzo prima: secondo l’accusa, il titolare assieme ad altri operatori avrebbe somministrato farmaci per sedare gli anziani e li avrebbero anche malmenati e insultati. Uno scenario simile a quello imputato al titolare della casa famiglia di Madonna dei Fornelli, frazione di San Benedetto, in Appennino: anche lui condannato in abbreviato, lo scorso dicembre, per l’uomo il gup ha disposto una pena di 6 anni e 8 mesi (tra le accuse, anche quella di violenza sessuale) e l’interdizione dai pubblici uffici, assieme alla moglie, a sua volta condannata a tre anni e quattro mesi per maltrattamenti. In entrambi i casi le indagini erano state portate avanti dai carabinieri.

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