Pianoro (Bologna), 11 agosto 2024 – Come si sono svolte le cose, alla piscina Junior di Rastignano, il 17 luglio scorso quando Osagie Nosa Kenneth ha perso la vita? Quante le persone in vasca o in prossimità di questa? I bagnini che in quel momento dovevano vigilare i bagnanti, ora tra gli indagati della Procura di Bologna, dov’erano esattamente? Queste sono solo alcune delle domande che potranno essere chiarite dalla visione delle telecamere di sorveglianza presenti all’interno dello stabilimento pianorese, i cui filmati verranno visionati dalla difesa della famiglia di Osagie.
Il nigeriano 38enne era arrivato allo Junior con la moglie, i figli e il fratello. Poi era andato a nuotare senza più riemergere dall’acqua dove, stando ai familiari che hanno sporto denuncia all’avvocato Pierluigi Leo, “è rimasto un considerevole lasso di tempo, sott’acqua, prima che qualcuno si accorgesse che era nella vasca alta, senza sensi”. Il sostituto procuratore Augusto Borghini ha aperto un fascicolo per il reato di omicidio colposo nei confronti di otto persone, coinvolte a vario titolo nella vicenda tra cui l’amministratore della piscina, i due bagnini in servizio, quattro operatori del 118, tra cui un medico. L’autopsia fatta lunedì chiarirà se Osagie sia morto per un malore fulminante o annegamento.
“Questo il fulcro della vicenda – ragiona l’avvocato Leo – Una fatalità o una somma di errori? Osagie poteva essere salvato se qualcuno si fosse accorto prima che era in acqua senza sensi e se i soccorsi fossero arrivati prima? L’ambulanza di Pianoro era impegnata e sono dovuti arrivare dall’ospedale Maggiore”.
Su questo punto si sono espressi Marta Evangelisti, capogruppo regionale FdI, e il consigliere locale Luca D’Oristano: “Per prima cosa vogliamo esprimere vicinanza e solidarietà alla famiglia di Osagie per la prematura e tragica perdita del loro caro. In merito ai fatti è inspiegabile come i mezzi di soccorso abbiano potuto impiegare più di mezz’ora. Il soccorso parrebbe infatti essere partito dal Maggiore e non da una postazione più vicina come il Bellaria o il Sant’Orsola oppure dalla Pubblica Assistenza di San Lazzaro e Ozzano. La gravità del fatto impone necessariamente un approfondimento che abbiamo fatto con il deposito di un atto di sindacato ispettivo, volto a comprendere la dinamica e la rispondenza dell’organizzazione del servizio alle necessità territoriali”. Sulla vicenda interviene anche l’Ausl, che fornisce una diversa ricostruzione dei soccorsi e della tempistica, sottolineando che l’ambulanza non è partita dall’ospedale Maggiore, bensì dal Bellaria: “Come risulta dai registri, la Centrale operativa Emilia Est di Bologna, lo scorso 17 luglio 2024 ha ricevuto la chiamata di richiesta di soccorso alle 13.04. Immediatamente sono stati inviati un’ambulanza ILS dalla postazione BLU3 Bellaria ed Elibologna dall’Ospedale Maggiore. Alle 13.20, dopo 15 minuti dalla registrazione dell’evento, l’ambulanza è arrivata sul posto, seguita alle 13.22 (17 minuti dopo la registrazione dell’evento) da Elibologna”.
“Nonostante il paziente presentasse evidenti segni di arresto cardiaco prolungato – sottolinea l’azienda sanitaria –, sono stati fatti tutti gli sforzi rianimatori avanzati possibili dal personale dell’emergenza giunto sul posto. Alle 14.04 l’ambulanza è partita per il Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera di Bologna. Il decesso è stato constatato durante il trasporto, essendo stati vani tutti i tentativi di rianimazione condotti.
L’Azienda USL di Bologna partecipa al dolore della famiglia del signor Osagie Nosa Kenneth in questa terribile circostanza e confida che le indagini chiariscano al meglio quanto accaduto”. Il sindaco Luca Vecchiettini commenta: “Come amministrazione rinnoviamo tutta la nostra vicinanza alla famiglia di Osagie nella speranza che si possa fare chiarezza su una tragedia che ci ha lasciato tutti sgomenti”.