L'esperta: «Il murales di Blu? È un’arte fatta per essere distrutta»

Parla Fabiola Naldi, esperta di Street Art FOTO

Il grande murales di Blu ed Ericailcane in via Zanardi

Il grande murales di Blu ed Ericailcane in via Zanardi.

Bologna, 20 febbraio 2015 - «È arte fatta per essere distrutta». Fabiola Naldi – storica dell’arte, esperta di graffiti e street art – non si straccia le vesti all’idea che il grande murales di Blu ed Ericailcane dipinto sul muro dell’ex fabbrica dell’Algida, in via Zanardi, finirà sbriciolato dalle ruspe. Al suo posto, il nuovo piano di riqualificazione urbanistica prevede di fare spazio ad attività economiche. Questo tipo di arte contemporanea «nasce, vive e muore, come noi», spiega la Naldi. E «non ha alcun senso pensare di utilizzare la stessa filosofia conservativa» che si applica all’arte antica o moderna. La modalità di fruizione «è completamente diversa». Da storica dell’arte, precisa la Naldi, «la cosa mi dispiace, però va bene così».

La sola idea dello ‘strappo’ – la tecnica di rimozione degli affreschi – «sarebbe uno sfregio, sia nei confronti dell’opera sia di chi l’ha concepita e realizzata». Insomma, avverte la Naldi, «nessun artista chiederà mai di non abbattere un muro» per salvare un proprio lavoro. Spesso, d’altra parte, gli artisti utilizzano come sketch books all’aperto edifici a rischio demolizione; o dipingono in luoghi illegali. Come nel caso di Blu ed Ericailcane all’ex Algida. «Un bellissimo lavoro, che molti turisti vengono a fotografare, na completamente abusivo», commenta Daniele Ara, presidente del quartiere Navile.

Che, da parte sua, aveva già affrontato il ‘caso Blu’ in un incontro con l’assessore Patrizia Gabellini e la proprietà, una società di Savignano sul Panaro. «Ho chiesto al proprietario di valutare la possibilità di tenere un pezzo di muro, a mo’ di testimonianza – racconta Ara – e di spostarlo in un parco urbano o in un museo». La proprietà «mi disse che ci avrebbe pensato». In ogni caso, commentano la Naldi e Ara, «speriamo che, prima che l’edificio venga demolito, l’opera sia ben documentata e possa rimanere così nella memoria».

Blu è lo pseudonimo di un artista che – a partire dai primi graffiti del 1999, in centro e in zona universitaria – ha lavorato molto nella nostra città. Nel 2011, il quotidiano inglese The Guardian l’ha segnalato come uno dei dieci migliori street artist in circolazione. A fianco di artisti come Banksy, Keith Haring, Jenny Holzer. Il destino dell’opera di Blu ed Ericailcane – altro artista conosciuto in tutto il mondo – sembra comunque segnato. Lo fece già capire circa un anno fa il sindaco, Virginio Merola: «Non si prendono decisioni urbanistiche sulla base di questioni del genere – avvertì –. La valenza del piano di riqualificazione viene prima dei temi puntuali». «I murales mi piacciono molto, anche quello di Blu in via Zanardi — aggiunse la Gabellini – ma non si può congelare un piano urbanistico per questo».

La Naldi se ne è già fatta una ragione. Il vero problema sarebbe «se non subentrasse nessun artista, se non ci fossero nuove creazioni». Invece, «per fortuna Bologna è piena di grandi writer, e ce ne sono altri all’altezza di Blu che meriterebbero le stesse attenzioni».

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