Un Gay Museum sotto le Due Torri, dedicato al mondo Lgbt? Quella lanciata da Franco Grillini "è una bellissima idea",afferma Porpora Marcasciano, storica attivista trans, neo consigliera comunale di Coalizione civica. "Sarebbe, nella città del Cassero e del Mit, il giusto riconoscimento di tante battaglie". La Marcasciano spera in un luogo "non solo celebrativo del movimento Lgbt, ma agganciato al presente, che dia il senso delle cose che cambiano".
"La proposta di Franco, un amico, una guida che ha aperto la strada a tanti di noi, non può che farmi piacere", commenta Roberta Li Calzi, prima assessora esponente del mondo Lgbt. Soddisfatta dell’apertura del sindaco Matteo Lepore (e già, prima, di Virginio Merola), la Li Calzi aggiunge: "Il come e dove realizzarlo sarà frutto di una discussione a più voci".
Dal centrodestra arriva la bocciatura della Lega. "A Bologna ci sono ben altri problemi rispetto al museo Lgbt, a partire dalla sicurezza – afferma a Ciao Radio Giulio Venturi, consigliere comunale –. Lepore vuole subito far parlare di sé, ma dovrebbe andare in un’altra direzione".
Francesco Sassone, capogruppo di FdI, ricorda che "i musei cittadini costano alla collettività 8 milioni l’anno e ne incassano a malapena uno. Prima di creare nuove offerte culturali sarebbe il caso di valorizzare quelle esistenti". La comunità Lgbt "già dispone di ampi spazi, si pensi al Cassero, oltre a finanziamenti pubblici: non si comprende perché non si possano utilizzare parte di quegli spazi".
Per il civico Fabio Battistini (Bologna ci piace), il Gay Museum "non è una priorità. Ci sono storie ben più significative da raccontare sulla memoria di Bologna. Si pensi alle tante esperienze di volontariato, da don Marella a Paolo Mengoli. Dall’Ant di Pannuti al CEFA di Bersani. Queste sono le storie belle da tramandare come buona memoria della città".
l. o.
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