Mustafa e il suo sorriso "Il domani comincia oggi"

Ieri la famiglia siriana è stata accolta a Budrio e inizierà il percorso terapeutico. Il Centro Inail preparerà delle protesi speciali per il bambino e suo padre

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di Zoe Pederzini

e Marco Santangelo

Il sorriso del piccolo Mustafa è stato protagonista indiscusso, ieri pomeriggio, a Budrio, durante la presentazione del progetto di accoglienza e cura per la famiglia di richiedenti asilo siriani El Nezzel, la cui storia è diventata nota grazie alla foto in cui papà Munzir, mutilato di guerra, solleva in aria il piccolo Mustafa nato senza arti a causa di una malformazione, la tetramelia, anche questa portata dalla guerra. La madre Zeynep, infatti, mentre lo portava in grembo, è stata vittima di un attacco con dal gas nervino, una delle armi non convenzionali del conflitto siriano. "Oggi, da Budrio, riparte la speranza", ha detto mamma Zeynep. "Essere qui vuol dire finalmente aver raggiunto un obiettivo che stavamo aspettando da tanto tempo. La mia gioia e quella di tutta la nostra famiglia è incontenibile. Ma soprattutto siamo entusiasti che Mustafa possa iniziare le terapie di riabilitazione a partire già dai prossimi giorni".

Dopo essere stata accolta dalla Caritas diocesana di Siena, il cammino di riabilitazione psicofisica di questa famiglia prosegue ora nel territorio bolognese dove il Centro Protesi Inail Vigorso, eccellenza nazionale, si è messo a disposizione per fornire a padre e figlio un supporto medico adeguato alle loro necessità. Per garantire questa opportunità, si è attivato il Sistema di Accoglienza e Integrazione metropolitano di Bologna, che con Asp e con il Comune di Budrio ha messo a disposizione un appartamento del progetto dedicato a profughi con vulnerabilità, gestito dalla cooperativa Cidas. A disposizione della famiglia El Nezzel saranno impiegati operatori dell’accoglienza, psicologi, tutor per l’inserimento lavorativo, mediatori, coordinatori di progetto, che si manterranno in costante rapporto con le istituzioni pubbliche e sanitarie coinvolte in questo percorso.

II periodo di accoglienza varierà nella durata a seconda della capacità di recupero del nucleo familiare che verrà accompagnato fino all’autonomia. Per i più piccoli ci sarà l’inserimento scolastico, mentre per gli adulti l’insegnamento della lingua italiana, oltre all’avviamento a una professione. Il Centro Protesi Inail è stato coinvolto dalla rete di solidarietà che ha permesso l’ingresso in Italia del piccolo Mustafa e della sua famiglia fin dalle prime fasi di questa complessa operazione e ha subito manifestato la propria disponibilità a predisporre e attuare i progetti protesici riabilitativi che saranno definiti dall’equipe multidisciplinare nel corso di una approfondita visita tecnico-sanitaria che sarà svolta al Centro Protesi nei prossimi giorni. Saranno attivati percorsi differenti per il papà, Munzir, e per il piccolo Mustafa. Inail ha informato che l’intervento su Mustafa sarà complesso e si protrarrà per un lungo periodo. Si interverrà, però, prima sul padre Munzir, a cui manca una gamba e che subirà l’impianto di una protesi e dovrà fare, stando al team di psichiatria infantile, da modello per il piccolo di sei anni.

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