Natalità, è scattato l’allarme Zuppi: "Il precariato tra le cause Va potenziato l’assegno unico"

Il cardinale al convegno ’Italia che futuro?’: "Ogni anno partono dal nostro Paese 120mila ragazzi. Rotto l’ascensore sociale. Necessario promuovere il gusto, la bellezza e la grandezza della famiglia"

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di Massimo Selleri

La denatalità si combatte abolendo il precariato. La ricetta arriva direttamente dal cardinale arcivescovo e presidente della Cei Matteo Zuppi che, ieri pomeriggio, è intervenuto al convegno ’Italia: che futuro? Il declino di un paese dove non nascono figli’, organizzato dalla lista civica ’Battistini – Bologna ci Piace’ e moderato da Agnese Pini, direttrice di QN e il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno. A livello nazionale da ogni coppia nascono 1.2 figli e a Bologna la situazione della natalità è un po’ più grave, dato che nei primi 6 mesi del 2022 ci sono stati 73 nascite in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. "I motivi della crisi della natalità sono tanti – spiega Zuppi – e il precariato è sicuramente una delle cause principali. Il governo Draghi ha preso alcune iniziative importanti e ci auguriamo che il prossimo governo non soltanto le confermi, ma le rinforzi. Ad esempio, l’assegno unico universale – aggiunge – va potenziato, ma questa è la direzione giusta. Serve una strategia a lungo termine che abbia l’obiettivo, in primis, di combattere la precarietà e riattivare l’ascensore sociale che si è rotto". La famiglia è un altro fattore al centro delle riflessioni dell’arcivescovo. "Come Chiesa in questi anni non abbiamo trovato un linguaggio efficace per esprimere il gusto, la bellezza e la grandezza della famiglia e questo è uno degli aspetti che ha favorito il fenomeno degli individui che preferiscono restare soli piuttosto che assumersi la responsabilità di costruire una relazione stabile. Tutto questo contribuisce a cancellare il futuro e ci stiamo rendendo conto che ogni anno l’Italia perde una città come Bologna e dal nostro Paese partono 100-120mila ragazzi. Questi sono dati che dovrebbero essere al primo posto di qualunque agenda, perché vuol dire che non c’è domani e che il futuro è altrove".

Sono intervenuti anche il presidente dell’Istat, Giancarlo Blangiardo, "mancano i secondogeniti", sottolinea e aggiunge che si pensa a "diventare genitori più tardi perché si studia di più", e il professor Sergio Belardinelli, ordinario di Sociologia all’Università di Bologna. "Dobbiamo togliere i vincoli che frenano le nascite – spiega Belardinelli – e non c’è tempo per disquisire cosa sia meglio fare, ma dobbiamo agire convintamente su un fronte perché data una prima risposta, sarà più facile dare anche le altre". All’incontro un centinaio di persone.

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