Nautilus Bologna, notti di caos fino all’estate

Il prorettore Degli Esposti: "Monitoriamo e valutiamo azioni"

Una delle serate organizzate al Nautilus, gestito da un’associazione che fa capo al Collettivo universitario autonomo

Una delle serate organizzate al Nautilus, gestito da un’associazione che fa capo al Collettivo universitario autonomo

Bologna, 21 marzo 2019 - In via San Giacomo è ripartita la stagione delle notti bianche. Quelle a cui sono costretti, loro malgrado, i residenti a causa delle serate organizzate dagli ufficiali assegnatari del Nautilus. Ossia, gli antagonisti del Collettivo universitario autonomo, travestiti da ‘associazione’, a cui l’Università ha prorogato la convenzione per la gestione di quello spazio, almeno fino all’estate, in vista della pubblicazione dei nuovi bandi. Una proroga che riguarda tutte le associazioni che occupano spazi universitari, ma che ha fatto molto discutere chi, come i residenti della zona universitaria, è arrivato pure a raccogliere firme per mandarli via. Oltre cento le sottoscrizioni alla petizione del Comitato piazza Verdi di Otello Ciavatti, collettore del malcontento degli abitanti. Che, la scorsa notte, hanno dovuto sopportare ben oltre le 3 la musica a tutto volume sparata dagli amplificatori del collettivo.

«Torneremo a chiedere un incontro con il questore Gianfranco Bernabei – spiega Ciavatti –, perché qui, con la bella stagione, è ricominciato il caos. Il problema è che questi ragazzi vogliono fare la rivoluzione al contrario: anziché lottare per migliorare la vita delle persone che hanno intorno, fanno il possibile per renderla peggiore». Nella chat whatsapp del Comitato, l’altra notte, è stato un susseguirsi di lamentele. Culminate in telefonate alle forze dell’ordine per chiedere un intervento e placare gli animi festaioli dei giovani contestatori di Cua che, ieri sera, si sono riversati di nuovo in strada, questa volta in via Zamboni, per ‘Reclaim your future’, iniziativa - e concerto - prodromici alla marcia di sabato per il clima a Roma. Una serata di cui si è ampiamente discusso nella già citata chat, tra i cui membri compare anche il prorettore Mirko Degli Esposti. Che, malgrado non abbia interagito direttamente con gli altri («non ritengo sia la piattaforma adeguata per arrivare a soluzioni concrete», ha spiegato) non è certo ‘spettatore silente’ di quel che accade nelle notti del Nautilus: «I residenti sanno di trovare in me in un interlocutore attento alle loro esigenze – ha spiegato –. E, nella consapevolezza che gli studenti abbiano bisogno di spazi di socializzazione, come Università siamo altrettanto consci del fatto che ci siano dei limiti che non possono essere superati. Limiti di orario, di sicurezza, di gestione degli spazi, non idonei a ospitare, questo è chiaro, concerti».

Questioni che verranno in qualche modo tenute in conto nella stesura dei nuovi bandi, ma intanto lo stress dei residenti, fino all’estate, rischia di arrivare a livelli difficilmente contenibili. Residenti che, soprattutto, non si fanno una ragione della scelta di affidare uno spazio a chi, come il Cua, ha sempre tenuto in scacco l’Università (due casi su tutti, la guerriglia per i tornelli alla biblioteca di Lettere e le proteste per la mensa). «Lo spazio del Nautilus è stato dato a un’associazione – puntualizza in merito Degli Esposti –. E un’associazione ha sempre un referente. Stiamo monitorando quello che accade all’interno dello spazio di via San Giacomo e valuteremo se muoverci in qualche modo». Anche mettendo in campo la Questura? «Stiamo valutando anche questa strada».

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