Bologna, 9 aprile 2019 – Maxi operazione anti 'Ndrangheta. Trentuno arresti sono stati eseguiti stamattina in diverse province italiane, compresa quella di Bologna, dove un clan avrebbe costituito la sua base operativa. Oltre 200 i poliziotti impegnati. Le accuse contestate a vario titolo sono di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento e rapina, aggravati dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, lesioni pluriaggravate, intestazione fittizia di beni, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Al centro dell'inchiesta una consorteria mafiosa che prende il nome dalla frazione Piscopio di Vibo Valentia e che dal 2010 si è posta in netta contrapposizione al potente clan Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), tanto da riuscire ad estendere il suo potere sino a Vibo Marina alleandosi con altri gruppi criminali. Secondo quanto emerge dall'indagine, il clan dei Piscopisani, con l'obiettivo di spodestare i Mancuso nel controllo delle attività illecite in tutto il territorio nazionale, aveva impiantato una base operativa a Bologna. Proprio nel capoluogo emiliano nelle settimane scorse erano state sequestrate armi che sarebbero state nella disponibilità dei Piscopisani e che confermano le mire espansionistiche del gruppo criminale. Dalle indagini risulta inoltre che la cosca avrebbe piazzato cocaina a Palermo. Quantitativi consistenti di droga sono stati sequestrati nel corso delle indagini proprio nel capoluogo siciliano. Sono due, a quanto si apprende, le figure riconducibili a Bologna arrestate. Si tratta di Francesco Popillo, operaio di 34 anni residente a Bologna, accusato di traffico di stupefacenti e già coinvolto fra il 2010 e il 2011 in un'indagine della squadra Mobile felsinea, e di Sacha Fortuna, 40 anni, residente nel Bolognese dove in passato ha anche gestito un bar. All'uomo, sempre in una indagine del 2010-2011, venne sequestrato un fucile kalashnikov. I provvedimenti giudiziari a Vibo Valentia e nelle province di Reggio Calabria, Palermo, Roma, Bologna, L'Aquila, Prato, Livorno, Alessandria, Brescia, Nuoro, Milano, Udine. L'indagine è stata condotta dalla Polizia di Stato di Vibo Valentia, in collaborazione con la Questura di Catanzaro e con il Servizio Centrale Operativo, e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro. "Grazie alle nostre forze dell'ordine e agli inquirenti! Operazioni di questo tipo mandano un segnale preciso ai clan: c'è tolleranza zero, lo Stato è più forte di voi", commenta il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.