Bologna, 4 ottobre 2023 – “Al Centro Mattei la situazione ormai è insostenibile. Siamo più di 800 in uno spazio pensato per ospitare poche centinaia di persone. Ogni giorno arrivano nuovi migranti, ormai ogni spazio del centro è occupato da tende letto. Nel retro aggiungono sempre nuove tende. Molti di noi dormono in capannoni dove ci sono decine e decine di letti, ammassati uno sull'altro, senza nemmeno un metro di distanza. Non c'è spazio per le nostre cose".
L'assemblea dei migranti del Centro di accoglienza, in un comunicato diffuso dal Coordinamento migranti di Bologna, dà appuntamento domani alle 10 davanti al Cas a un presidio che vuole raccontare agli organi di informazione perché "la vita dentro al Centro Mattei fa schifo ed è insopportabile". Gli spazi sovraffollati sono solo uno dei molti problemi.
"La maggior parte di noi non ha nemmeno un documento. Anche se siamo qui da mesi, l'unica carta che abbiamo in tasca con scritto il nostro nome è una tessera per i pasti che ci viene data appena sbarcati. A molti di noi non hanno ancora preso le impronte digitali per iniziare la richiesta di protezione. Siamo parcheggiati al Mattei, tenuti come pacchi postali e questa situazione va avanti da mesi, mesi in cui non possiamo lavorare, non possiamo ricevere le cure mediche, non abbiamo accesso a nessun servizio fuori dal centro. Viviamo sospesi senza poter far nulla, e dobbiamo vivere con un pocket money di pochi euro che arriva sempre con settimane di ritardo". In una assemblea, uno dei migranti ha riassunto così il pensiero di tutti: "Abbiamo tanti problemi, ma quello più grande è avere un vero documento per poterci costruire un futuro e la nostra libertà".
Senza documenti non si può cercare casa nè lavoro. "Come facciamo a comprare dei vestiti e qualcosa di decente da mangiare se non possiamo lavorare per mesi?". Vivere nel centro è proprio difficile. La vita lì "fa schifo ed è insopportabile. Le file per il cibo sono lunghissime, e possono durare ore, durante cui siamo controllati da agenti di sicurezza privata. Il cibo è poco e scadente, e anche le medicine scarseggiano. Tutti gli spazi sono sporchi e pieni di insetti. Tutti gli ospiti hanno a disposizione pochi bagni, che spesso si otturano o si rompono e passano giorni prima che vengano riparati. Se piove o fa vento le tende si sollevano e l'acqua entra nei nostri letti. Se abbiamo un problema di salute o con la burocrazia non sappiamo a chi rivolgerci. Se chiediamo indicazioni agli operatori, ci viene dato solo l'indirizzo di Google Maps del luogo dove andare".
I corsi di italiano, inoltre, sono pochi "e ci dicono che non c'è lo spazio per farne di più". Insomma, "noi non siamo più disposti ad accettare tutto questo. Non accettiamo di essere trattati come dei criminali. Non accettiamo di rimanere per mesi senza i documenti e senza un lavoro. Non accettiamo di essere spostati da un posto all'altro come delle pedine. Non accettiamo di dover lavorare a nero, oppure con contratti di pochi giorni per pochi euro, solo perché abbiamo la pelle nera. Non aspetteremo che il governo costruisca i Cpr in cui chiuderci. Noi siamo qui per rimanere, per costruirci un futuro e una vita migliore. Continueremo a lottare e ad organizzarci per questo".