"Nel distretto mancano 35 medici di base"

La preoccupazione del consigliere Lisei (FdI): "Danno enorme". La replica di Ausl e Unione: "Ci troviamo in una fase transitoria"

Il medico che sostituirà il dottor Tommasi è già stato designato. I suoi pazienti di Sasso Marconi quindi hanno avuto in anticipo la comunicazione che non resteranno senza medico curante. Una buona notizia in una situazione che però non è affatto rosea per gli abitanti del distretto di Casalecchio: ovvero i cittadini di Valsamoggia, Monte San Pietro, Sasso, Zola e Casalecchio (complessivamente 113 mila persone) per i quali, secondo lo standard nazionale, dovrebbero corrispondere più di cento medici di famiglia. E invece in tutto questo territorio sono attualmente in servizio 65 medici di medicina generale.

Un deficit di almeno 35 dottori calcolati sulla base dei dati forniti dalle aziende Usl alla Regione, a cui fa riferimento il consigliere regionale Marco Lisei (FdI) che spiega come "l’assenza dei medici di base è un danno enorme al sistema sanitario ed ai cittadini. Attualmente i medici di base hanno troppi pazienti e questo dipende dal fatto che ce ne sono troppo pochi. Ciò non è accettabile perché costringere i cittadini a lunghi pellegrinaggi e spostamenti".

"Nei distretti appenninici, inoltre, il tema delle distanze si acuisce – continua il consigliere –, basti pensare a quanto è vasto il territorio della Valsamoggia dopo la fusione e il dato gravissimo di una media di 1.516 pazienti per ogni medico. Situazione grave che c’è anche a Casalecchio, dove mancano 13 medici per il rapporto ottimale". Lisei punta il dito sulle responsabilità della Regione che, a suo parere, ha messo a bando un numero di medici di base insufficiente e ora, con l’ultimo bando, è corsa ai ripari. Ma prima di coprire il gap ci vorranno almeno tre anni.

La situazione del territorio bolognese e, in specifico, di quello del distretto Reno Lavino Samoggia è precisata nella nota congiunta che Azienda Usl di Bologna e Unione dei Comuni. "La situazione relativa alla Medicina generale sta attraversando un momento di transizione, determinando per un verso una richiesta molto alta di medici di Medicina generale, dall’altro una carenza di disponibilità in diversi territori – spiegano i sindaci e l’Usl –. Purtroppo la situazione non riguarda solamente il livello provinciale, ma anche quello regionale e nazionale. Si tratta dunque di una carenza strutturale imputabile a diversi fenomeni: i pensionamenti anticipati, le sospensioni dovute alla normativa sull’obbligo vaccinale, le malattie che incidono su una popolazione di medici dall’età mediamente avanzata, la carenza di sostituti e le limitanti normative che disincentivano le sostituzioni o gli incarichi temporanei. A fronte di questo quadro la collaborazione tra Distretto e Comuni ha permesso di contenere gli effetti di questa situazione anomala".

Gabriele Mignardi

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