Nella Nobili la poetessa operaia

Biancastella

Antonino

Raro trovare nelle antologie brani di poetesse: persino figure di spicco finiscono dimenticate, finché la critica letteraria le riscopre. È stato così anche per Nella Nobili, nata a Bologna nel 1926, ma sconosciuta nella sua città fino a pochi anni fa. Di famiglia "proletaria", entra in fabbrica a soli 14 anni, perché - scriverà - "bisogna lavorare perché loro hanno lavorato, i miei genitori i miei nonni i miei avi. Ma a che serve tornare così indietro. Bisogna lavorare perché loro hanno lavorato". Ma Nella ama la letteratura e l’arte e così dopo il lavoro studia e scrive. Nasce in questo "tempo rubato" il suo primo canzoniere d’amore e di lei si accorgono gli intellettuali bolognesi con cui entra in contatto: il pittore Borgonzoni, Roversi, Pasolini e Giuseppe Galassi, direttore del "Giornale della Sera", che recensisce con entusiasmo "la poetessa operaia". Presto Nella lascia Bologna per Roma dove è accolta favorevolmente, pubblica il suo primo libro di poesie, e, selezionata per il premio Viareggio, anche Sibilla Aleramo e Maria Bellonci la invitano nei loro salotti. Eppure l’etichetta di poetessa operaia le sembra un marchio e lei si percepisce come un fenomeno da esporre; si trasferisce per questo in Francia, a Parigi, dove sembra sentirsi più a suo agio, ma per sopravvivere deve inventarsi un lavoro: mette insieme il suo gusto artistico e la sua manualità di operaia e produce piccoli oggetti di artigianato che le permettono di guadagnare per continuare a scrivere, non solo poesie ma anche un libro-inchiesta sulla omosessualità femminile.I suoi versi però non convincono Simone de Beauvoir che la snobba come poetessa per diletto e non di professione ed è anche per il peso di giudizi come questo, insieme alla sofferenza per la lesbofobia della società francese e italiana e al logorio del lavoro di una vita, che Nella Nobili, forse sotto gli effetti collaterali di alcuni farmaci, si suicida nel 1985. "Leggere i suoi versi oggi è doveroso – ha scritto D. Vinci nel 2019 – per ridare il giusto spazio di visibilità a una voce originalissima, anzi unica, della letteratura italiana".

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