L’arte come atto di resistenza politica, come espressione della voce degli artisti esiliati per mancanza di libertà: ’Martyrology of Belarus’ dell’artista Xisha Angelova e ’Arte in esilio, mostra collettiva di artisti bielorussi’ sono le due esposizioni allestite rispettivamente in Manica Lunga e in Sala Ercole a Palazzo d’Accursio. Organizzate dall’associazione BelarusBo come denuncia culturale contro il regime autoritario di Lukashenko, verranno inaugurate oggi alle 15.30 e vi rimarranno fino al 17 novembre. Facciamo però un passo indietro: nel 2020 l’attuale presidente bielorusso (in carica ormai da 26 anni) ha vinto le elezioni con l’80% dei voti nonostante, secondo fonti indipendenti, l’avversaria Svetlana Tikhanovskaya avesse un numero di consensi ben superiore a lui. A seguito delle massicce proteste in tutto il Paese, duramente represse da Lukashenko, migliaia di cittadini bielorussi sono stati imprigionati e torturati, e altrettanti sono dovuti fuggire. "In questi quattro anni ben 700.000 bielorussi hanno richiesto permessi di soggiorno in Europa, una cifra elevata considerando che il nostro Paese ha 9,5 milioni di abitanti" spiega Yulia Yukhno, rappresentante dell’ambasciata Bielorussa in Italia. Tra gli esiliati la stessa Svetlana Tikhanovskaya, alla quale il Comune ha conferito la cittadinanza onoraria l’anno scorso, come segno di supporto verso l’associazione BelarusBo: "L’arte rimane il veicolo migliore per far conoscere a tutti la situazione Bielorussa, troppo spesso dimenticata" afferma Annalisa Boni, assessore comunale alle relazioni internazionali. La mostra di Xisha Angelova, organizzata dall’Ambasciata Popolare della Belarus in Italia, assieme all’associazione Talaka e a Iscos Toscana, presenta una serie di ritratti dedicati ai prigionieri politici bielorussi, e ha già avuto un’ampia risonanza a Torino e al Parlamento italiano a Roma. L’esposizione collettiva è invece la prima in Europa a raccogliere le opere di 15 artisti esiliati in tutto il continente; la ’Venere Bielorussa’, il quadro centrale realizzato da Yana Chernova (anche locandina della mostra), è la rappresentazione della violenza subita dagli oppositori politici.
Alice Pavarotti