"Nelle forze dell’ordine machismo e maschilismo Ma è giusto il dibattito"

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"Ogni anno quando si organizza un Pride ci sono polemiche. Ma i 50mila al corteo di sabato (domani, ndr) seppelliranno tutto questo polverone. Il centro del problema non è la polizia, ma la condizione di gay, lesbiche, trans in Italia. E il fatto che il mondo Lgbt abbia un problema con le forze dell’ordine non è certo una novità...".

Camilla Ranauro, presidentessa del Cassero, interviene come ’Rivolta Pride’, il gruppo di associazioni, collettivi, attivisti e attiviste che ha organizzato il corteo delle polemiche.

Nessuna mediazione con Polis Aperta, associazione Lgbt delle forze dell’ordine?

"Verranno al Pride senza striscione. Al corteo possono venire tutti, manifestare per quello che sono, per i propri diritti, libertà e autoderminazione".

Avete, però, detto no a striscioni e simboli dell’associazione che, invece, rivendica il diritto di non nascondersi...

"Abbiamo redatto un documento politico, frutto di un lungo dibattito con tutto il movimento Lgbt. Un percorso orizzontale a cui Polis Aperta non ha partecipato. Si parla di trascrizione di genere, discriminazione sui posti di lavoro, una legge contro l’omotransfobia: chiunque si identifichi in queste istanze è benvenuto al Pride".

Polis Aperta rivendica l’impegno in tante battaglie del movimento Lgbt...

"Sì, ma è comunque risaputo che le minoranze marginalizzate hanno sempre un problema a relazionarsi con le forze dell’ordine che sono espressione della messa in atto del potere e delle istituzioni. I dati dell’osservatorio della polizia e dei carabinieri per la sicurezza contro gli atti discriminatori, riporta solo un caso di omicidio legato a orientamento sessuale e identità di genere, quando invece quattro trans sono stati uccisi. La polizia non vede queste violenze, anche perché la polizia non è formata a riconoscere la violenza. E rischia di riprodurla".

Insomma, la vostra posizione non cambia.

"C’è gente che ha avuto traumi a causa della polizia. Dobbiamo pensare a loro. Un attivista del Cassero, ad esempio, ha denunciato un’aggressione omofobica e quando ha denunciato alla polizia è stato ancora discriminato in quanto disabile. C’è ancora tanto lavoro da fare. E su questo sappiamo che Polis Aperta fa formazione dentro le forze dell’ordine".

Perché allora non dare spazio ai loro vessilli?

"Ciò non toglie che nella polizia ci siano dinamiche di machismo e maschilismo. Il Pride è nato dalla rivolta di gay, lesbiche e trans allo Stonewall Inn di New York contro le violenze delle polizia. E proprio a New York la polizia non è ammessa ai Pride".

In altri Stati sì, però...

"Per molti Paesi il dibattito è superato. Da noi è appena iniziato, ed è un bene. Siamo pronti a portarlo avanti".

ros. carb.

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