FEDERICA ORLANDI
Cronaca

I neonazisti di Telegram in carcere in regime di alta sicurezza

Bologna, rigettate le istanze di scarcerazione o domiciliari per i ‘capi’ della chat in cui si inneggiava al nazismo e al suprematismo bianco e addirittura si progettavano attentati e l’omicidio della premier Giorgia Meloni

Bologna, 11 dicembre 2024 - La situazione si complica per i cinque neonazisti bolognesi accusati di associazione a delinquere con finalità di terrorismo e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa e arrestati mercoledì della settimana scorsa nel maxi blitz della polizia (12 gli arresti totali).

La Dda di Bologna ha arrestato 12 persone ed eseguito numerose perquisizioni: hanno così smantellato una rete neonazista che - secondo le indagini - era pronta a eseguire attentati
La Dda di Bologna ha arrestato 12 persone ed eseguito numerose perquisizioni: hanno così smantellato una rete neonazista che - secondo le indagini - era pronta a eseguire attentati

Dopo l’interrogatorio di garanzia di sabato scorso, la Gip Nadia Buttelli ha stabilito deciso di rigettare le istanze di scarcerazione o domiciliari presentate da alcuni degli avvocati degli indagati bolognesi, tra cui coloro che erano stati considerati i “capi” della chat di Telegram in cui si inneggiava al nazismo e al suprematismo bianco e addirittura si progettavano attentati e l’omicidio della premier Giorgia Meloni.

La Dda di Bologna ha arrestato 12 persone ed eseguito numerose perquisizioni: hanno così smantellato una rete neonazista che - secondo le indagini - era pronta a eseguire attentati

E ha segnalato come un supplemento di indagine depositato dalla Digos, relativo a fatti emersi in chat a settembre scorso, complichi la posizione di alcuni di loro. Così, almeno tre dei cinque sono stati trasferiti dalla Dozza ad altre carceri italiane (Sassari, Ferrara, Alessandria) in reparti di alta sicurezza.