"Nessun dubbio, è lui l’uomo davanti ai binari"

Occhi puntati sull’appartamento di via Gradoli, a Roma: "Era lo stesso utilizzato come covo dalle Br"

Non ci sono dubbi: quell’uomo con i capelli ricci e i baffi inquadrato nel video Super 8 del turista tedesco in stazione, quel maledetto 2 agosto 1980, è Paolo Bellini. Almeno, è quanto sostiene l’esito della consulenza antropometrica che ha comparato l’immagine immortalata dal fotogramma – la cui qualità è stata debitamente ’ripulita’ dagli agenti della Scientifica di Roma – con la fisionomia di Paolo Bellini. Una "piena compatibilità", riportano gli inquirenti.

E così per Bellini la Procura generale ha richiesto il rinvio a giudizio, come esecutore, in concorso, della strage in stazione.

Con lui, tra gli altri, è indagato anche Domenico Catracchia. Romano di 76 anni, era l’amministratore unico della società proprietaria dell’appartamento in via Gradoli 96, a Roma, interno 11A, che, negli anni Settanta, fu covo delle Brigate rosse. Deve rispondere di avere reso false dichiarazioni, per avere negato di avere dato in affitto l’appartamento in questione a un uomo che, tra settembre e novembre 1981, lo avrebbe locato per conto dei Nar. E se inizialmente si sospettava che il covo dei Nar fosse nella medesima via, o forse nel medesimo condominio di quello che era stato delle Br, dalle indagini della Procura generale ora emerge come invece si trattasse proprio dello stesso appartamento; più precisamente, dal punto di vista catastale, di una sua pertienza.

Dunque, ora i fari della Procura sono puntati sul fare luce sulla gestione di questo appartamento, divenuto negli anni punto di ritovo, stando alle ricostruzioni degli inquirenti, di due gruppi di esponenti pure di opposte ideologie del terrorismo italiano. Da un’intercettazione del 2019, emergerebbe come ad avvalersi dell’agenzia immobiliare che gestiva l’appartamento fossero anche persone riconducibili ai Servizi.

"Riteniamo che gli esiti delle investigazioni abbiano messo a nudo il livello dei mandanti e degli ispiratori politici della strage – commentano gli avvocati dell’Associazione familiari vittime della strage, Andrea Speranzoni e Roberto Nasci –. E mostrano continuità con fatti eversivi precedenti il 1980, ma anche successivi. Il lavoro investigativo è eccellente, frutto di uno sforzo straordinario di magistrati e forze dell’ordine delegate".

Soddisfatto anche il presidente dell’Associazione familiari delle vittime, Paolo Bolognesi: "Grazie anche alla digitalizzazione che ha permesso di fare collegamenti rilevanti per le indagini, siamo arrivati a un punto importante per la ricerca della verità. Anche perché – prosegue – i depistaggi contestati risalgono all’anno scorso: il sistema che ha ostacolato quarant’anni di indagini è ancora in piedi".

f. o.

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