"Nessuna multa per chi viene nella cantine a comprare il vino"

L’invito a fare chiarezza è di Confagricoltura Bologna: "È uno spostamento consentito dalla legge e si può uscire dal comune"

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"Andare direttamente in cantina per comprare il vino da imbottigliare è uno spostamento consentito dalla legge". Interviene per fare chiarezza su una questione che rischia di peggiorare il quadro economico del comparto vinicolo la presidenza di Confagricoltura Bologna preoccupata per il calo drastico di vendite del vino sfuso in damigiana segnalato dalle cantine bolognesi. La causa principale: la paura di tanti clienti di essere multati per avere superato i confini comunali. L’associazione degli agricoltori ha scritto e inviato una lettera destinata a Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia municipale dell’area metropolitana bolognese per chiedere collaborazione nella diffusione di informazioni corrette ai cittadini: "Come chiarito nelle risposte alle domande frequenti sul sito internet della presidenza del Consiglio dei ministri gli spostamenti verso comuni diversi da quello in cui si abita sono vietati, salvo che per specifiche esigenze o necessità: fare la spesa rientra sempre fra le cause giustificative degli spostamenti. In particolare, si legge nella risposta al quesito specifico, ‘laddove il proprio comune non disponga di punti vendita o nel caso in cui un comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati". Non così chiare le risposte verbali fornite ai clienti che hanno deciso di non rischiare una multa salata per andare acquistare il vino da imbottigliare in casa: "Chiediamo la collaborazione per veicolare le informazioni corrette -dice Gabriele Ghedini, della tenuta Goccia di Monteveglio- Oltre alla vendita ai ristoranti anche la vendita del vino sfuso in damigiana è bloccata. Quella delle bottiglie notevolmente rallentata: c’è chi prenota e poi, a causa del timore di incorrere in una sanzione per lo spostamento, non effettua il ritiro. Per questo motivo stiamo assistendo a un crollo delle vendite dirette. Un cliente su tre rinuncia per paura di prendersi una multa. Va chiarito che questa non è la vendita della stessa bottiglia che si può prendere in supermercato. E’ l’acquisto del vino per tutto l’anno, previa degustazione e scelta. Tutta un’altra cosa".

Osservazione condivisa da Carlo Gaggioli (Zola Predosa); "C’è un clima di terrore che blocca senza motivazione vera tanti nostri clienti che sotto Pasqua da anni si vengono a rifornire di vino". Ghedini, Gaggioli e tanti altri si sono attrezzati per la consegna a domicilio: "Che sta funzionando perchè il nostro vino è apprezzato e ricercato", aggiunge il giovanissimo Alessandro Fedrizzi (Castello di Serravalle).

Gabriele Mignardi

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