Bologna, Nettuno restaurato, arrivano le luci. Anche per 'colorarlo'

Il progetto affidato allo spacialista Mario Nanni presto presentato alla Soprintendenza. Ma resterà la famosa ombra su Palazzo D’Accursio

Il Nettuno è diventato subito la star dei selfi da parte di turisti e cittadini

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Bologna, 24 dicembre 2017 – Archiviata la grande festa di venerdì, la rinascita del Nettuno non si ferma. Chiusa la prima fase, infatti, con il ritorno di un Gigante in grandissima forma e assediato dai turisti in questo weekend prenatalizio, il Comune è già al lavoro per assicurare alla fontana del Giambologna una nuova illuminazione.

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Se ne occuperà un esperto come Mario Nanni, 40 anni dedicati alla ricerca e alla sperimentazione nel campo delle luci in ambito pubblico e non solo, padrone di casa in via Santo Stefano di una residenza-museo, risultato del suo lungo percorso, partito da Bizzuno, piccola frazione romagnola di Lugo. L’incarico è già stato assegnato e il contratto sarà firmato nei prossimi giorni.

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Non c’è tempo da perdere: l’obiettivo è consegnare un primo progetto alla Sovrintendenza già a cavallo di gennaio e febbraio, in modo da lavorarci sopra insieme durante la primavera e renderlo operativo prima dell’estate. Curarlo nei dettagli spetterà a Nanni, ma il Comune ha già indicato le proprie linee guida.

La prima regola prevede che il Nettuno venga inserito nel contesto di luci che già è presente in piazza Maggiore: dunque, un’illuminazione morbida, non aggressiva, adeguata allo scenario già esistente. Ma allo stesso tempo, Palazzo d’Accursio non vuole assolutamente che si perda l’effetto dell’ombra del Gigante proiettata sui muri del Palazzo comunale che tutti, Sovrintendenza in testa, hanno riconosciuto come una delle caratteristiche più apprezzate del monumento.

Negli scorsi mesi, inoltre, all’illuminazione è stato dedicato proprio un capitolo di ‘Nettuno – La fontana: studio, progetto, restauro’, l’approfondimento curato da Marco Gaiani, ordinario di Architettura all’Alma Mater. La proposta di Gaiani prevede l’utilizzo di «tre differenti posizioni di illuminazione della statua» e «l’impiego di una differente temperatura di colore» per alimentare un contrasto con il basamento, «perché la statua venga illuminata con luce di tonalità leggermente più fredda».

Uno spunto che ha una doppia finalità: «Valorizzare maggiormente il complesso monumentale e diminuire i consumi energetici», grazie all’utilizzo di tecnologie più avanzate e cercando di evitare le fonti di abbagliamento diretto e indiretto, «che spesso si verificano nei centri urbani, generando una sensazione psicologia negativa involontaria da parte della maggior parte dei soggetti».

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Ultimo punto: la fontana. «La valorizzazione dei giochi d’acqua consentirebbe di evidenziare maggiormente di quanto avviene oggi, la naturale dinamicità dell’acqua anche in assenza della luce solare» e «un’illuminazione supplementare per la pavimentazione nello spazio adiacente la fontana potrebbe creare un contesto percettivo dinamico».

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