Bologna, 19 dicembre 2017 - La festa per il Nettuno è pronta. Venerdì, alle 13, la fontana del Giambologna – restaurata dopo quasi due anni di lavori – sarà restituita alla città. L’inaugurazione pubblica vedrà l’accensione del nuovo impianto idrico da parte del sindaco Virginio Merola. Che simbolicamente aprirà il rubinetto che alimenta i 38 zampilli della fontana, ripristinando i giochi d’acqua del progetto originario di 450 anni fa.
Ai piedi del Gigante, l’attore Giorgio Comaschi farà una chiacchierata con Merola e Andrea Cangini, direttore di QN e Carlino. Fu proprio il nostro giornale, nel marzo 2015, a bussare al cuore dei bolognesi, dando il via a una sottoscrizione pubblica – cui si aggiunse poi quella del Comune – per raccogliere i fondi necessari al complesso restauro.
Come in ogni festa che si rispetti, non mancheranno la musica e gli stand gastronomici. La ‘colonna sonora’ dell’inaugurazione è affidata al cantautore bolognese Federico Aicardi. Rinfresco e brindisi vengono offerti ai bolognesi da Confcommercio Ascom, Associazione panificatori, Consorzio dei vini dei Colli bolognesi, Azienda di produzione vinicola Chiarli, con la collaborazione dei sommelier della Fisar.
"Sarà un rinfresco dolce-salato", spiega Giancarlo Tonelli, direttore dell’Ascom. I panificatori "offriranno crescenta e raviole bolognesi, mentre si potrà brindare al Nettuno restaurato con lo spumante Cuvée ‘Nettuno’ dell’azienda Chiarli".
Sempre venerdì sarà presentato il volume Nettuno. La fontana: studio, progetto, restauro, edito dalla Bononia University Press su impulso del rettore Francesco Ubertini. È un libro che racconta il lavoro, i metodi, le tecniche – spesso avveniristiche – d’indagine e le nuove scoperte degli oltre centocinquanta specialisti del Comune, dell’ISCR, dei cinque Dipartimenti universitari, delle ditte incaricate che vi hanno contribuito, singolarmente e collettivamente.
I lavori – durati 551 giorni – hanno impegnato oltre 150 tecnici e specialisti. Più complesso di quanto previsto a un primo esame, è costato circa un milione di euro. Fatto raro nel nostro Paese, il restauro ha visto soggetti diversi – con approcci diversi – fare squadra per realizzare l’obiettivo comune: salvare il Gigante malato. "Con questo progetto – commenta Carla Di Francesco, segretario generale del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo – si apre lo spazio di una nuova modalità di approccio ad ampia partecipazione scientifica, didattica e divulgativa per il restauro. Un esempio da seguire".
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