Nettuno spostato due volte durante le guerre mondiali. Il tridente? Usato nell’orto

Storia e dicerie popolari fra il 1915 e il 1943 di Marco Poli FOTO - VIDEO Goliardi / Cangini / Merola / Fai 1-2 IL NOSTRO SPECIALE Salviamo il Gigante Vuoi contribuire subito? Clicca qui per donare online con carta di credito o Paypal

Bologna, nel 1940 il Nettuno fu circondato da un’impalcatura

Bologna, nel 1940 il Nettuno fu circondato da un’impalcatura

Bologna, 7 aprile 2015 - Il Nettuno al tempo delle due guerre. Nell’arco di pochi lustri – dal 1915 al 1940 – il capolavoro del Giambologna si è trovato, per la prima volta, ad affrontare ben due conflitti mondiali che l’hanno costretto ad abbandonare temporaneamente la sua Fontana. Non era mai accaduto da quando, nel 1566, la statua era stata collocata al centro della Fontana.

Vediamo, dunque, le vicende ‘movimentate’ che il Gigante dovette subire durante la Grande guerra e la Seconda guerra mondiale. Il 28 maggio del 1915, il Resto del Carlino diede notizia della decisione del Comune di tutelare nel modo più efficace alcuni monumenti da eventuali incursioni aeree. Anzitutto il Nettuno, poi la Madonna col Bambino di Nicolò dell’Arca sulla facciata del palazzo Comunale, la parte inferiore della facciata di San Petronio, il tesoro di San Domenico e quello di San Petronio, alcuni altari di grande pregio artistico, come quello di San Francesco.

Il 31 maggio il Carlino fece sapere che il Nettuno era stato «ingabbiato» fra travi di legno, «una robusta armatura in legname con rivestimento interno di tavole ben connesse, riempiendo il vano fra la parete di tavole e la fontana con sabbia, fino all’altezza del ginocchio della statua». Nonché sacchi di sabbia nella parte superiore della gabbia. Il 10 febbraio 1918, tuttavia, il Comune, convinto che, in caso di bombardamenti, l’ingabbiatura del Nettuno non lo avrebbe difeso abbastanza, decise di trasferirlo in un salone del palazzo ubicato sotto la Sala d’Ercole Farnese: una commissione composta da tecnici illustri predispose il progetto di rimozione che fu portato a termine da numerose imprese di artigiani coadiuvate da quattro gru.

Il 4 ottobre 1919 il Nettuno fu ricollocato al centro della Fontana dove rimase per altri 20 anni: con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel giugno del 1940 fu predisposto un piano per difendere numerosi monumenti della città, fra i quali il Nettuno, che dovette subire nuovi ‘traslochi’. In un primo momento la statua fu ingabbiata come nel 1915: all’esterno della struttura lignea fu disegnata la mappa dei rifugi; poi, nel 1943, fu trasferita in un locale del Comune adibito a deposito di legna in via Zanardi 288.

Il difficoltoso trasporto della statua non passò inosservato, poiché un braccio del Nettuno sporgeva e ciò richiamò l’attenzione sia dei cittadini, sia dei soldati tedeschi che alloggiavano proprio in un edificio attiguo. La statua fu coricata sul pavimento del magazzino e divenne un richiamo per i ragazzi della zona. Sembra che il tridente fosse stato usato dal custode per lavorare il suo «orto di guerra». Finalmente, nel maggio del 1946, i bolognesi poterono assistere alla ricollocazione del loro amato Gigante sulla fontana.

di Marco Poli

 

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