Grandi: "Il restauro del Nettuno serva per comunicare Bologna"

Il massmediologo "Per chi arriva in città è solo un monumento, per i bolognesi è una persona" di Andrea Zanchi FOTO - VIDEO Goliardi / Cangini / Merola / Fai 1-2 IL NOSTRO SPECIALE Salviamo il Gigante Vuoi contribuire subito? Clicca qui per donare online con carta di credito o Paypal

Roberto Grandi (Foto Schicchi)

Roberto Grandi (Foto Schicchi)

Bologna, 6 aprile 2015 - «PRENDERSI cura di Bologna in tutti i suoi aspetti credo sia il modo migliore per definire il nostro senso di appartenenza alla città. Il restauro del Nettuno può essere una grandissima occasione di comunicazione». Roberto Grandi, massmediologo, ex assessore comunale, docente dell’Alma Mater e responsabile del progetto di city branding di Bologna promuove a pieni voti l’iniziativa per il restauro della fontana.

Il Nettuno è un simbolo di Bologna, certo, ma basta solo questo per convincerci che è giusto partecipare tutti alla sua manutenzione straordinaria? «Il Nettuno, rispetto agli altri monumenti, è la personificazione di una divinità. Il rapporto dei cittadini con la statua è emotivamente coinvolgente, e vederlo nella situazione attuale fa male. Per chi arriva in città è solo un monumento, per i bolognesi è una persona».

D’accordo, ma non dovrebbero essere soprattutto lo Stato e gli enti locali a provvedere alla sua manutenzione? «Al restauro dei monumenti deve farvi fronte in primo luogo il Comune, certo, ma Bologna ha da anni un serio problema di ‘manutenzione civica’, e credo che questa occasione sia importante per riscoprirla: domandando sì all’amministrazione di fare quello che deve fare, ma allo stesso tempo guardandoci dentro e dicendoci che anche noi dobbiamo intervenire in prima persona. Il richiamo del Carlino ci riguarda tutti: avere un Nettuno ristrutturato in una Bologna dove gli abitanti non si prendono cura di tutti gli altri aspetti è un’operazione a metà. I problemi di una città, oggi, l’amministrazione li può risolvere solo con l’aiuto dei cittadini».

C’è chi propone di fare del restauro un grande evento di marketing e comunicazione. È una strada percorribile? «È un’occasione eccezionale per la città di comunicare se stessa attraverso il Nettuno, ma anche se stessa in questa volontà di prendersi cura del monumento. Bisognerà narrare quello che avviene giorno per giorno, attraverso i media digitali come Instagram o Twitter, ma anche con piccoli video da pubblicare su YouTube. Tutto il restauro, da quando si inizia a quando si finisce, va seguito e raccontato. Si tratta di una formidabile narrazione di come una città si prende cura di un suo simbolo identitario».

Andrea Zanchi

 

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