BENEDETTA CUCCI
Cronaca

Nichetti: "Dopo vent’anni, sono tornato"

Il regista all’Arlecchino con il film ’Amichemai’: "L’avvento del digitale mi aveva tolto la passione, poi Angela (Finocchiaro) mi ha chiamato"

Il regista all’Arlecchino con il film ’Amichemai’: "L’avvento del digitale mi aveva tolto la passione, poi Angela (Finocchiaro) mi ha chiamato"

Il regista all’Arlecchino con il film ’Amichemai’: "L’avvento del digitale mi aveva tolto la passione, poi Angela (Finocchiaro) mi ha chiamato"

Maurizio Nichetti torna a dirigere un film. Si intitola Amichemai, si può definire un road movie, vede come protagoniste Angela Finocchiaro e Serra Yilmaz, è stato girato nel 2023 ed è stato presentato al festival del Cinema di Torino nel 2024. Questa sera si vedrà anche in città alle 21,15 al cinema Arlecchino. Il regista milanese classe 1948, che esordì con Ratataplan nel 1979, sarà presente in sala.

Nichetti, perché le è venuta voglia di tornare a dirigere un film dopo oltre 20 anni?

"Non mi sono accorto che è volato il tempo, perché anch’io sto scoprendo questa cosa attraverso le domande che mi fanno. Da dopo Honolulu Baby, era il 2001, sono stato impegnato in tante cose diverse, regie teatrali, musicali, liriche, operette, festival, scuole, quindi ho sempre lavorato tanto in un periodo in cui la tecnologia continuava a cambiare. Insegnare ai ragazzi era anche una scusa per rimanere aggiornato. Poi Angela Finocchiaro mi ha chiesto di fare un altro film assieme e io con grande incoscienza ho detto di sì".

Perché aveva lasciato la regia?

"L’avvento del digitale e degli effetti speciali, portando il lavoro da artigianale a industriale, mi aveva molto disamorato. Avevo sempre fatto film dove i cartoni animati disegnati, le truke erano artigianali, gli split screen andavano studiati nello storyboard e quando il cinema è stato meccanizzato, fatto col digitale e tutti potevano farlo, a me è venuta a meno la voglia. Tanto che la prima cosa che ho fatto è stata quella di dedicarmi al documentario di montagna. Andare sugli ottomila metri con una piccola macchina da presa e documentare il proprio viaggio mi affascinava di più di un Panda che si muoveva con tutti i suoi peli in tridimensionalità".

Parla di Kung Fu Panda?

"Parlo di quello, di Toy Story e di tutto il cinema che è diventato un mega spot per vendere giocattoli. Il mio era un mondo dove era più importante l’idea rispetto al budget e siccome io di budget grandi non ne ho mai avuti, nemmeno coi miei film più fortunati, non potendo permettermi di fare film americani, ho preferito dedicarmi ad altro senza nemmeno accorgermene. E son passati vent’anni".

Sembra la trama di ’Ho fatto Splash’, dove il protagonista si addormenta da bambino e si risveglia 20 anni dopo.

"Forse è stato premonitore".

Nel film lei introduce l’uso dello smartphone. Perché decide di far entrare così a gamba tesa la realtà?

"Stavo facendo questo film nel 2023 e volevo fosse contemporaneo. Siccome avevo fatto Ladri di saponette dove le pubblicità interrompevano il film, mi è sembrato carino come oggi il cinema venga scavalcato da una marea di audiovisivo che arriva in altro modo nelle tasche delle persone. Per chi fa cinema, è una riflessione molto pesante".

Cosa l’ha divertita di questo film?

"Tante cose, soprattutto la ricerca del cast, le attrici sono una coppia splendida. Con Angela siamo di famiglia, la conosco da quando aveva 17 anni, Serra non la conoscevamo e quindi siamo andati a casa sua. Le ho detto che non si doveva disturbare, lei ha fatto una di quelle risate che si vedono nel film e ha detto “ma che disturbo, sono gli avanzi di ieri sera“".

Pensa di essere di nuovo tornato alla regia per un po’?

"Non saprei, magari ne faccio un altro tra 25 anni. Ci devo pensare".

Benedetta Cucci