Nicola Rinaldi Bologna, al Pilastro canzoni in strada per ricordare il ragazzo ucciso

Lacrime davanti alla lapide dorata che ricorda il 28enne assassinato dal vicino di casa. L’abbraccio ai familiari

I familiari del ragazzo ucciso a 18 al Pilastro dal vicino di casa

I familiari del ragazzo ucciso a 18 al Pilastro dal vicino di casa

Bologna, 30 agosto 2021 -  Quando il sole cala, sabato sera, le prime note e il tipico vibrato neomelodico si diffondono nell’aria. E il rione si riempie di musica napoletana. A chi ascolta e non sa, pare un concerto per un prediciottesimo o la serenata per una sposa la sera prima del matrimonio. Ci si avvicina per capire chi è che si esibisce. Se c’è Tony Colombo, Fiorellino o qualcun’altro. La folla, così, allo stesso modo, si raduna davanti al marciapiede dove si sta esibendo il cantante. E inizia a intonare pezzi, applaudire. Si commuove. È una festa, anche se i toni sono struggenti e la latitudine è sicuramente atipica per un evento simile a quelli raccontati dalla trasmissione ‘Il castello delle cerimonie’.

Perché infatti siamo al Pilastro, in via Frati. E il cantante neomelodico, questa volta, non è stato ingaggiato per festeggiare un momento lieto. È qui per ricordare uno degli eventi più tragici avvenuti negli ultimi anni nel quartiere: canta per la mamma Anna, per le sorelle e per le nipoti di Nicola Rinaldi. Sul marciapiede, dove c’è la lapide dorata che ricorda il ragazzo morto dissanguato qui a 28 anni, ucciso dal vicino di casa Luciano Listrani esattamente due anni fa, adesso sono stati sistemati amplificatore e consolle. E l’intero rione assiste, chi in strada, chi dalle finestre dei palazzoni. Partecipa e osserva questa commemorazione diversa.

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C’è pure un’auto messa di traverso nella strada, per far spazio al cantante. Così i bus e le altre macchine fanno un po’ fatica a passare. Poco importa, il concerto continua. "C’è un angelo in più, bellissimo, in cielo. Questo applauso è per lui", incita al microfono il cantante. E parte l’applauso per Nicola. Quando, un’ora dopo, la musica si spegne, si è fatto quasi buio. E nel cielo è ora che brillino i fuochi d’artificio. Sono alti come quelli della festa del patrono. Lo scorso anno, per chiedere giustizia per Nicola, la mamma e le sorelle avevano realizzato delle magliette.

Adesso, che l’assassino del ventottenne sta scontando quattordici anni di carcere, famiglia e amici hanno fatto le cose più in grande. Al Pilastro la voglia è quella di ricordare il ventottenne, non la rabbia per quella morte tanto violenta. Così, la serenata napoletana spezza le tensioni, i fuochi d’artificio rompono il silenzio, cambiano colore alla notte. E per una volta il quartiere, troppe volte ‘polveriera’ di Bologna, dove appena una settimana fa la folla ha tentato di linciare lo stupratore di una dodicenne e poche sere dopo due fazioni di spacciatori si sono affrontate a machete e coltelli, torna a far parlare di sé. Ma suonando una musica diversa.

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