‘No Passante’ in piazza Danni a un altro cantiere

Doppia protesta degli attivisti contro la realizzazione dell’infrastruttura. In zona Stalingrado piantati chiodi negli alberi per creare problemi agli operai . .

‘No Passante’ in piazza  Danni a un altro cantiere

‘No Passante’ in piazza Danni a un altro cantiere

di Nicoletta Tempera

Da una parte, la ‘spentolata’ sotto le finestre di palazzo D’Accursio; dall’altra gli alberi segnati e riempiti di chiodi, per rendere più difficile il lavoro degli operai addetti al taglio delle piante lungo il tratto interessato dal cantiere del Passante. La protesta dei ‘No Passante’ viaggia su più binari, ordinari e meno.

L’ultimo ‘sabotaggio’ al cantiere dell’infrastruttura è stato rivendicato ieri mattina ed è stato messo in atto nel tratto di via Stalingrado, via Ferrarese e del Tecnopolo. Qui, nottetempo, ignoti hanno danneggiato la recinzione che limita l’area dei lavori e una volta dentro, dopo aver vandalizzato con della vernice rossa buona parte dei cartelli, hanno segnato, con la stessa, le piante, "per impedire il riconoscimento di quelli da tagliare", si legge nella rivendicazione. I ‘No Passante’ hanno poi inserito dei chiodi nei tronchi, "per salvare gli alberi dal taglio". Con lo scopo, probabilmente, di danneggiare in questo modo la catena delle motoseghe utilizzate dai lavoratori del cantiere. "Ogni albero tagliato, un cantiere attaccato. No Passante, fino alla vittoria", conclude il messaggio.

Del sabotaggio è stata informata anche la Digos, che lo scorso 3 maggio ha sgomberato l’occupazione dei ‘No Passante’ in via Agucchi. Si tratta dell’ennesimo danneggiamento legato alle proteste contro il Passante: lo scorso 25 aprile un’azione simile era stata messa a segno in via Scandellara, dove era stata distrutta la recinzione del cantiere. Questo, mentre ieri pomeriggio, in piazza Maggiore, una quarantina di attivisti ha protestato, con un concerto di pentole e mestoli, sotto il Comune. L’obiettivo era ottenere una valutazione di impatto sanitario dell’opera. Una richiesta fatta "alle istituzioni oltre un anno fa senza ottenere nessuna risposta", come spiegano i rappresentanti delle associazioni in piazza: Amo Bologna, Bologna For Climate Justice, Extinction Rebellion, Fridays For Future e Legambiente.

"Realizzare quest’opera – scrivono sui social – vuol dire aumentare l’inquinamento atmosferico, incentivare il trasporto privato e ridurre l’aspettativa di vita deiə cittadini che abitano nelle zone limitrofe al passante. Per questo pretendiamo che venga valutato l’impatto sulla salute della cittadinanza, che ha diritto a essere informata correttamente e tutelata".

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