No vax over 50, a Bologna gli accessi diretti dell'Ausl vanno deserti

Bordon (Ausl): "I 150 posti al giorni sono in eccedenza rispetto alla domanda. Lepore: "Troppo pochi stanno rispettando l'obbligo vaccinale"

Bologna,12 gennaio 2022 - A Bologna vanno deserti i posti di accesso diretto messi a disposizione dall'Ausl per gli over 50 emiliano romagnoli che devono ancora fare la prima dose di vaccino. E' successo un po' in tutti gli hub dell'area metropolitana anche se, teoricamente, sono proprio gli over 50 ad avere l'obbligo vaccinale contro il Covid. Insomma tra i No vax di quella fascia d'età non arrivano segnali di 'resa'. 

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Matteo Lepore e Paolo Bordon in piazza per dare il via al camper vaccini (Foto Schicchi)
Matteo Lepore e Paolo Bordon in piazza per dare il via al camper vaccini (Foto Schicchi)

"Abbiamo stimato circa 150 posti ogni giorno ad accesso diretto - ammette il direttore generale dell'Ausl Paolo Bordon -, purtroppo sono in eccedenza rispetto alla reale domanda". Mentre infatti per quanto riguarda i bambini si può contare sul dialogo con le famiglie (da oggi c'è anche la clinica mobile in Piazza Maggiore per la fascia 5-20) gli over 50 costituiscono lo "zoccolo più difficile".

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Per questo l'Ausl sta pensando ad altre iniziative di sensibilizzazione in collaborazione con la Regione. In tutto nell'area bolognese per quanto riguarda gli over 50 "ci sono circa 49.000 persone che ancora non hanno una prenotazione alla prima dose". Il problema sono ovviamente le ripercussioni sugli ospedali, visto che i maggiori di 50 anni non vaccinati costituiscono oggi una buona fetta dei ricoverati.

"Dobbiamo distogliere medici e infermieri dalla cura di altre patologie, che restano purtroppo svantaggiate da questa emergenza", sottolinea a questo proposito Bordon. Anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore, anch'egli presente all'apertura della clinica mobile, sottolinea per quanto riguarda gli over 50 che "troppo poche persone stanno rispettando quest'obbligo".

"Sono proprio i no vax e le persone non vaccinate quelle a rischio, quelle più fragili in una comunità che si sta vaccinando", evidenzia Lepore. "Sappiamo che ci sono timori e paure, ma abbiamo ancora troppe persone in terapia intensiva e molte di queste non sono vaccinate". Dopo l'introduzione dell'obbligo la risposta dei 50enni "c'è ma non è il massimo - avverte Lepore - vi assicuro che vedere persone di quell'età entrare in terapia intensiva più di là che di qua non è una cosa che fa dormire tranquilli la notte".

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