"Non abbiamo da mangiare, aiutateci"

Bimba di 12 anni chiama i carabinieri di Vergato. I militari fanno la spesa per la famiglia in difficoltà: "Ha avuto un grande coraggio"

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"Ho fame. A casa non abbiamo più niente da mangiare, aiutateci". A 12 anni una bambina dovrebbe pensare solo a giocare. Ma in questi tempi disperati, ci sono famiglie che non riescono più a mettere qualcosa in tavola per sfamare i propri figli. Come quella di Amina (il nome è di fantasia), un’adolescente di un Comune dell’Appennino, che ha avuto il coraggio di chiedere aiuto. Per sé, per i suoi genitori, per suo fratello più grande. Una preghera straziante, cha ha fatto breccia subito nel cuore dei carabinieri della compagnia di Vergato: la ragazzina, infatti, con la consapevolezza dei grandi, si è resa conto che la sua famiglia, senza più soldi perché il papà, operaio, è rimasto senza lavoro con la chiusura delle aziende imposta dalle misure per il contenimento del Covid-19, non ce l’avrebbe fatta. E, con il telefonino della mamma, senza neanche più credito, ha chiamato il 112. E in soccorso della famiglia sono andati subito i militari della Compagnia di Vergato, guidata dal maggiore Sabato Simonetti.

Maggiore Simonetti, cosa avete fatto per la bambina e la sua famiglia?

"Appena arrivata la chiamata, ci siamo accertati che la segnalazione fosse autentica. Purtroppo, la situazione di indigenza descritta dalla bambina era vera. I miei carabinieri sono andati allora al supermercato, per fare spesa per la famiglia. Hanno comprato di tutto: carne, frutta, uova, farina... E anche della cioccolata per la bambina. La sua reazione, quando i ragazzi, tutti padri di famiglia, sono tornati con le buste, è stata commovente".

Vi ha ringraziato.

"Ha abbracciato i miei militari, era felicissima. Per noi è stato un momento molto toccante, la ragazzina ha avuto un grande coraggio chiedendo aiuto. Quello che gli adulti, a volte per ritegno o timidezza, non hanno".

Il vostro intervento non si è concluso così.

"Ovviamente no. Dopo aver provveduto a questa prima necessità, abbiamo informato i servizi sociali del Comune perché si interessassero della situazione di questa famiglia, messa in ginocchio dal Coronavirus".

È la prima volta che la sua compagnia riceve chiamate simili in questo periodo di emergenza sanitaria?

"Da una bambina sì. Ma ogni giorno i miei carabinieri, oltre a effettuare controlli sul territorio per verificare il rispetto delle normative e delle restrizioni sul Covid-19, fanno anche delle visite nelle tantissime frazioni dei territori di nostra competenza dell’Appennino per verificare che gli abitanti, la maggior parte anziani, stiano bene e non abbiano bisogno di nulla. Molte case quassù si trovano in zone isolate e tante persone non riescono, per l’età o difficoltà di altra natura, a fare spese o commissioni. E allora ci pensano i militari delle nostre varie stazioni ad aiutarli. A volte ci arrivano anche richieste un po’ anomale".

Ad esempio?

"Una signora che ci ha chiesto se per piacere le andavamo a comprare le sigarette. Pur capendo il vizio, le abbiamo spiegato che le sigarette non si potevano proprio considerare un bene di prima necessità. Ma al di là di queste ‘curiosità’ ci siamo sempre, per tutti".

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