Non si può più aspettare: bisogna agire

Andrea

Bonzi

Se ne sono accorti anche coloro che erano finora protetti dal mercato tutelato dell’energia, e che, in questi giorni, si vedono recapitare a casa mazzate insostenibili.

Quello che colpisce è la percezione di ’ineluttabilità’ di questo meccanismo. Dai commercianti che cercano di resistere senza ritoccare i prezzi (già aumentati inevitabilmente dopo la pandemia) alle famiglie, quasi rassegnate a stipendi fermi da anni e a ricevere - non prima di novembre, forse a dicembre – gli aiuti promessi (per coloro che ne hanno diritto). C’è anche, va detto, un tema di speculazione a cui qualcuno, prima o poi dovrà mettere mano.

Temi a cui le associazioni di categoria e il governo che si insedierà non possono sottrarsi, visto che l’Europa, al momento, pare andare in ordine sparso, e il tetto al prezzo del gas – l’unica misura efficace quanto meno per frenare la corsa al rialzo – continua a essere un’utopia.

A livello locale, anche le istituzioni si stanno muovendo: dall’Università, che sta approntando un piano energetico e raccomanda ai dipendenti una serie di buone pratiche per risparmiare, al mondo della Sanità – pubblico e privato – che ha già lanciato appelli per non lasciare al freddo i propri pazienti, alle amministrazioni pubbliche.

Solo per il Comune di Bologna, lo ricordiamo, i rincari energetici rappresentano una stangata da 30-40 milioni, e il sindaco, nei giorni scorsi, non ha escluso tagli, sebbene abbia ribadito che il bilancio di Palazzo D’Accursio è sano e può quindi permettersi di far fronte all’emergenza. La promessa, in questo senso, è di non toccare tariffe e tasse: è già qualcosa, ma – anche se le leve locali sono limitate, e l’intervento richiesto è nazionale o addirittura europeo – non può bastare per rispondere a una necessità così diffusa. Il rischio, altrimenti, è che troppe aziende, troppe persone, non riescano più ad alzarsi.

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