Bologna, 8 marzo 2025 - In attesa del corteo del pomeriggio, è cominciata la prima di una lunga serie di iniziative che l'associazione "Non una di meno" - per il nono anno consecutivo - ha organizzato per l'8 marzo a livello nazionale. Lo slogan 2025 è "Lotto. Boicotto. Sciopero".
L’evento è partito alle 10.30 in piazza Maggiore, luogo da dove le attiviste hanno scelto di dare il via a questa “giornata di sciopero transfemminista contro violenza patriarcale, guerre e povertà”.
Dopo un flash mob contro le spese militari in cui sono state lanciate delle finte banconote, accesi i fumogeni e calpestato un cartello con su scritto "800 milioni di euro per il riarmo", sul Crescentone sono presenti diversi banchetti e un paio di ragazze hanno preso la parola, mentre nella piazza centrale della città si radunano diversi turisti e cittadini curiosi.

Le voci delle attiviste
"L'introduzione del riconoscimento del reato di femminicidio è associato a misure punitive inaccettabili da parte del governo - a dirlo è Greta di ‘Non una di meno’ -. Non fanno nulla per prevenire stupri e violenze. Per questo siamo in piazza".
Sempre su questo tema "crediamo che la soluzione sia l'educazione, non la via giustizialista", dice invece l’attivista Carmen.
I colori della piazza
Due colori prevalgono sulla piazza: il giallo delle mimose di alcune donne di passaggio sul Crescentone; il fucsia presente in ogni cartellone di “Non una di meno” e nei foulard indossati dalle ragazze.
I motivi della "chiamata" allo sciopero "politico" transfemminista sono "il lavoro produttivo, riproduttivo e di cura", ma anche i consumi: "Abbattiamo i ruoli e le aspettative di genere, per boicottare la riproduzione di un sistema sociale sempre più violento e autoritario - ribadiscono -. Chi sostiene la cultura patriarcale parla della sicurezza come ordine, controllo, repressione e punizione".

“Una lunga giornata di lotta”
Un elenco senza fine. Sono 96 le vittime di femminicidio nel 2024 e già 11 nel 2025. "Oggi sarà una lunga giornata di lotta. È una mobilitazione collettiva che dovrebbe avvenire tutti i giorni. Femminicidio reato autonomo? Non abbiamo ancora letto il disegno di legge. Tuttavia questa è solo una parte delle violenze contro le donne. Se sarà un passaggio positivo lo vedremo da come sarà applicato", afferma Anna Pramstrahler della Casa delle Donne per non subire violenza.
Sicurezza: le richieste delle attiviste
Dagli interventi delle attiviste emerge spesso la parola “sicurezza”, non solo durante il flash mob: "Queste destre continuano a seminare odio. Sicurezza vuol dire educazione alla sessualità, alle emozioni e al consenso come materia curricolare fin dalle primarie. Significa servizi sociali per tutti, centri antiviolenza femministi con finanziamenti adeguati e strutturali, il diritto alla salute e all'autodeterminazione, l'aborto libero, sicuro gratuito il supporto ai percorsi di affermazione di genere", affermano.
E poi si parla anche di temi che non riguardano in modo diretto l'8 marzo: "La sicurezza è il salario minimo, stipendi dignitosi e contratti adeguati, il reddito di autodeterminazione. La sicurezza è un piano casa, affitti calmierati, quartieri vivibili con spazi verdi e di socialità, contro la solitudine e l'emarginazione".
Infine sicurezza è anche, dicono, "riconoscere la cittadinanza alle seconde generazioni abrogare le leggi sull'immigrazione volte a creare clandestini e clandestine, rompere gli accordi italo-libici, aprire le frontiere e chiudere i CPR in Italia e in Albania".