
In 300 con 'Non una di meno' in piazza Verdi a Bologna (FotoSchicchi)
Bologna, 29 maggio 2025 - Per Martina, Vasilica e Fernanda. Per tutte le vittime di femminicidio, che in Italia dall’inizio del 2025 salgono a oltre quindici.
Scende in piazza, nuovamente, Non Una Di Meno dopo il femminicidio di Martina Carbonaro, la quattordicenne uccisa dall’ex fidanzato Alessio Tucci ad Afragola.
Sono circa 300 i partecipanti - in prevalenza donne - che riempiono piazza Verdi, il cuore della zona universitaria, per “fare sentire la nostra rabbia a seguito dei tre femminicidi avvenuti negli ultimi giorni”, grida un’attivista al microfono, scandendo e ripercorrendo le storie di Martina Carbonaro, Vasilica Potincu, sex worker uccisa a Legnano per cui è stato fermato Andrea Mostoni, e Fernanda Di Nuzzo, docente accoltellata dal marito Pasquale Piersanti a Grugliasco.
Ci sono cartelli, striscioni e chiavi che fanno rumore.
Un’onda transfemminista che grida “contro la violenza patriarcale e per le donne uccise dal patriarcato - continuano al microfono -. Oggi siamo qua non solo per la perdita di un’altra sorella, ma perché sappiamo che tutte e tutti insieme possiamo rispondere alla violenza sistematica che viviamo sui nostri corpi. E lo possiamo fare solo organizzarci, riempiendo le piazze e per smantellare il sistema che ci opprime”.
A fronte di sempre più femminicidi con vittime e assassini giovanissimi, “serve partire dalla scuola, davanti a un mondo scolastico sempre più definanziato - proseguono - e scuola e università più autoritarie”.
Serve “educazione sessuale, affettiva e al consenso transfemminista in tutte le scuole di ordine e grado”.

Critiche al governo Meloni, che “cancella il piano di prevenzione e intervento strutturato sull’educazione”, e al modello Valditara, che “nega l’esistenza del patriarcato e che nelle linee guida parla di educazione del cuore”.
Siamo di fronte a “un sistema non solo culturale, ma anche strutturale. Per non dire più non una di meno, non servono più ergastoli o decreti sicurezza e il rafforzamento delle forze dell’ordine: la violenza patriarcale si combatte con risorse e investimenti”.
Ripetendo i nomi delle ultime tre vittime e delle altre donne uccise da uomini, il messaggio si intensifica: “Non sono state uccise da un raptus o da un caso - concludono -, ma da uno Stato che taglia i fondi al sociale, alla prevenzione. Uccise dalle scelte politiche del governo Meloni”.
Durante il momento di raccoglimento, Non Una Di Meno annuncia un’assemblea pubblica ai dieci anni dalla sua nascita: la data è il 16 giugno al Centro della Pace.