"Non verremo spazzati via da un asteroide"

Il cacciatore di meteoriti Romano Serra spiega il temuto passaggio celeste del prossimo 29 aprile

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"L’asteroide di fine aprile grande come una montagna? Passerà molto lontano dalla Terra". A parlare è Romano Serra, fisico dell’università di Bologna, collezionista e studioso da anni del cosmo e di meteoriti e cofondatore dell’Osservatorio comunale di San Giovanni in Persiceto, dove si trova anche un museo dedicato ai meteoriti. Serra è stato uno tra i primi esperti ad esaminare alcuni frammenti del meteorite caduto a Cavezzo, nel Modenese, nel gennaio scorso. E in quella occasione ha confermato la veridicità dei reperti di quel bolide celeste che hanno l’età del nostro sistema solare. Negli ultimi giorni, molti media ma soprattutto i social network hanno rilanciato la notizia del passaggio di questo pezzo di roccia spaziale grande come l’Everest.

"Come al solito – spiega Serra, che butta acqua sul fuoco – sui social rimbalzano in generale notizie allarmistiche e spesso non veritiere che non hanno risparmiato l’evento cosmico del 29 aprile. Tuttavia il grande asteroide che si chiama 1998 OR2 passerà a circa sei milioni di chilometri distanza dall’orbita della Terra. Ed è considerata una distanza di grande sicurezza. L’asteroide, che ha una grandezza stimata tra 1,7 e 4 chilometri, è stato avvistato per la prima volta nel 1998 e viaggia a una velocità di 8,7 chilometri al secondo. Nonostante le sue grandi dimensioni, non rientra tra quelli potenzialmente devastanti".

"Secondo gli astronomi – continua il fisico – nei prossimi 100 anni la possibilità che un asteroide possa colpire il nostro pianeta è una su 50mila. Quindi, su questo fronte, possiamo ritenerci sicuri". E sul tema Serra invita nuovamente gli appassionati del genere a ricercare nel terreno, nelle grondaie, nei selciati, i micro frammenti polverosi di meteorite che si possono rinvenire dappertutto. Ovvero le microsferule extraterrestri. "L’impatto dei meteoriti con la nostra alta atmosfera – sottolinea Serra – per varie ragioni lascia cadere materiale sottoforma di microsferule (sferiche oppure a forma ellittica, a ‘goccia’), o micrometeoriti. Fenomeno che può essersi verificato con qualsiasi meteorite caduto e come avviene con le stelle cadenti di agosto". In sostanza, il materiale extraterrestre lentamente scende dal cielo sul terreno nei giorni successivi all’esplosione del meteorite, sotto forma appunto di micrometeoriti delle dimensione attorno al decimo di millimetro o anche meno. E questo materiale può essere ben presente nell’ambiente: sui tetti, nelle grondaie, nelle strade sterrate di campagna.

"Raccogliendo la polvere e analizzandola con un microscopio – aggiunge Serra –, già a 10 ingrandimenti si possono notare queste microsferule. Chi volesse provare la ricerca, cioè raccogliendo sedimenti ed osservandoli al microscopio, si accorgerà della presenza di qualche miscosferula, che deve essere composta da ferro e nichel, per essere proprio di natura extraterrestre, e deve essere sensibile alla calamita".

Pier Luigi Trombetta

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