"Non vogliamo restare sole durante il travaglio"

Segue dalla prima

Si tagliano fuori, dunque, gli uomini che, negli ultimi anni, hanno avviato, insieme alle donne, un percorso di partecipazione alle tappe della gravidanza.

Quello che più stupisce, poi, è la decisione di imporre che le donne affrontino da sole il difficile percorso del travaglio. Una decisione che al Maggiore e a Bentivoglio è maturata negli ultimi giorni. Una decisione che è successiva anche all’emanazione delle linee guida della Regione Emilia Romagna sul percorso nascita in relazione al Covid-19, dove si dispone l’ ’Accesso in sala travaglio e parto di un unico accompagnatore. Tale indicazione della Regione, inoltre, rispetta i contenuti del documento emanato dalla Confederazione Internazionale delle Ostetriche, di cui fa parte anche l’associazione italiana, che, durante l’emergenza, raccomanda la presenza di un accompagnatore durante travaglio e parto.

Perché, dunque, non rispettare le linee guida della Regione e modificare delle condizioni che, finora, avevano garantito la sicurezza di tutti i soggetti coinvolti durante travaglio e parto? Per quanto le ostetriche possano garantire il proprio supporto, nessuno sarà mai in grado di sostenere una donna in travaglio come il marito o chiunque la donna indichi come accompagnatore di fiducia. Le donne che partoriranno nei prossimi mesi arrivano in ospedale senza aver partecipato ai corsi preparto e con tanto stress. Perché costringere le donne ad affrontare da sole uno dei momenti più intensi della propria vita? Vogliamo tornare alla logica della donna che partorirà con dolore?

Mi auguro che le aziende sanitarie di Bologna non disconoscano l’immagine che hanno nel paese di una sanità competente, innovativa e attenta alle esigenze delle persone. Soprattutto perché così disconoscerebbero l’idea stessa della città di Bologna.

Valentina Di Stefano