
I Baustelle in concerto a Sequoie, nel parco delle Caserme Rosse
Psichedelici, visionari, innamorati del suono del primo beat americano, quello dei Byrds e del Dylan che scopre le vertigini dell’elettricità, i Baustelle portano questa sera al Sequoie Music Park al parco delle Caserme Rosse (ore 21.30), le canzoni del loro ultimo album, ’El Galactico’. Un lavoro che è immaginato come un omaggio a quei tempi turbolenti che sfociarono nella cosiddetta ‘estate dell’amore’, quando San Francisco diventò l’epicentro di una rivoluzione culturale che interessava i campus come le grandi sale del rock. A questo immaginario si è ispirato il gruppo guidato dal cantante Francesco Bianconi e da Rachele Bastreghi che ha scelto di utilizzare il suono della California hippie dei primi Anni 60, per raccontare la quotidianità di oggi. Un lavoro che è segnato da uno scambio continuo tra passato e presente, vivendo di contrasti apparentemente irrisolvibili. E che invece si fondono negli elementi classici della poetica della formazione milanese. Il vuoto, la necessità di trovare significati nell’esistenza, una poetica ‘dark’ che è una maniera per parlare di sentimenti in maniera non convenzionale. Una sorta di pop che scava in profondità, il loro, e che dal vivo si veste di suoni polverosi, che sembrano presi in prestito da vecchie incisioni analogiche, che ci riportano a tempi in cui l’incontro, la condivisione non erano quelli virtuali dei social.
Le ballate che eseguiranno stasera parlano il linguaggio dell’umanità da salvare, delle passioni da coltivare, delle relazione che diventano preziosa via verso la sopravvivenza. La voce di Bianconi è sempre fortemente evocativa, da cantastorie moderno che vorrebbe portare gli ascoltatori con sè in un viaggio dove l’alterazione delle coscienze è frutto di un concerto dall’andamento fortemente rituale, ipnotico, avvolgente. Uno spettacolo che mette insieme temi fortemente personali, gli affetti famigliari più stretti, la scomparsa, l’abbandono, come in ’L’arte di lasciare andare’, con storie di figure che hanno attraverso la cronaca e ne sono diventate icone. Come Moana Pozzi, alla quale i Baustelle hanno dedicato il brano ’La filosofia di Moana’. Sontuosi arrangiamenti orchestrali avvolgono le canzoni, archi che duettano con strumenti a fiato, tastiere, molte delle quali come piace a loro, calde e vintage, arpeggi folk di chitarre. Strumentalmente ’El Galactico’ è un’opera molto complessa, che si svela lentamente, ad ogni ascolto. Un lavoro che invita alla riflessione e che, in occasione dei loro sempre affollatissimi spettacoli dal vivo, come quello di questa sera, diventa una sorta di analisi collettiva in chiave rock, che unisce il pubblico e lo fa cantare a squarciagola, come esperienza liberatoria.
Pierfrancesco Pacoda